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La Genesi di un poema (The philosophy of composition), l’analisi, la ricostituzione che Pöe ha fatto della composizione del suo «Corvo», è una delle più strane rivelazioni che autore abbia mai ideato: è un brano di fine umorismo, forse una mistificazione d’uomo di genio; chè per parte nostra non crediamo che il Corvo sia stato composto con si esatta geometria nel cervello.

In questa «Genesi» troveremmo tutt’al più la filosofia di quanto può essere chiamata la «meccanica» della «produzione», ma il lavoro primordiale dell’artista, l’intima concezione dell’opera, resta pur sempre a cercarsi nell’ispirazione.

Quando nelle sue veglie solitarie Pöe concepì e scrisse il «Corvo», quale meraviglia che, nella sua delicata sensibilità, egli abbia pensato di nascondere al malevolo e profano sguardo degli indifferenti tutta l’anima che vi aveva trasfuso?

È per questo, forse, che egli pubblicò il suo capolavoro sotto un pseudomino, e che volle sviare ogni traccia dalla sua origine con una mirabile finzione. Qui, ancora una volta, brilla tutta la finezza di osservazioni e l’acutezza di analisi della mente che ha creato il William Legrand dello «Scarabeo d’oro», e l’Augusto Dupin della «Lettera rubata».



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