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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gazzetta Musicale di Milano, 1842.djvu{{padleft:106|3|0]]drammatico e bello assegnare a’ violon- | celli il vero basso, od almeno le note che | costituiscono l’accordo percuotendo il tempo forte della battuta, e disegnarvi sopra! una parte di contrabbassi scoperta e intramezzata di pause che dian luogo al far- j monia di posarsi sui violoncelli. Beethoven nella sua scena maravigliosa del Fidelio, quando Eleonora e il carceriere scavano la tomba di Floristano, ha mostrato tutto il patetico, e la cupa mestizia di questa maniera d’istromentazione. A line di esprimere un lugubre silenzio, in una moderna cantata un autore ha spartiti i contrabbassi in quattro sezioni, ed ha fatto loro tenere lunghi accordi pianissimo, sotto un decrescendo di tutto il resto dell’orchestra. Il pizzicato de’contrabbassi, forte o dolce che sia, porta un’eccellente sonorità, si veramente che non s’impieghi troppo in acuto^ ma esso cangia allatto di carattere seguendo le armonie che si trovano collocate sotto. Cosi il famoso la pizzicato dell’ou.verture del Freyschiitz, è pieno di minacciosi accenti infernali solo in ragione dell’accordo di settima diminuita (fa diesis, la. do, mi bemolle) del quale egli determina, nel tempo debole, il primo rovescio. Fate che questo la divenga tonica maggiore o dominante, percosso a mezzo forte, come nel caso in discorso, e niente vi troverete di strano. La sordina, e i suoni armonici sul contrabbasso ne paiono di poca utilità: niuno ne ha tratto buon partito fin ora. Un artista piemontese, il signor Langlois che si fece sentire a Parigi, sono già quindici anni passati, traeva coll’arco suoni acuti, nuovi, e di gran forza, e ciò comprimendo col pollice e l’indice della mano sinistra la corda alta del contrabbasso, invece, di premerla sulla tastiera, scorrendo cosi sino presso il ponticello. Se si volesse fare che l’orchestra esprimesse un alto grido femminile, nessuno strumento sarebbe da ciò se non il contrabbasso cosi adoperato. Sarebbe bene che i nostri artisti si ingegnassero di esercitarsi nel meccanismo del signor Langlois, lo che non sarebbe cosa molto difficile. E. Berlioz. ( Sarà continuato ). MUSICA SACRA. SCOTA MESSA Del maestro placido mandatoci. Eseguita in Milano la mattina del 19 corrente. La gente che si affolla nelle nostre chiese ogni volta clic si deve eseguir qualche nuovo lavoro musicale di distinto compositore prova che fra noi il gusto per la musica religiosa non è per anco spento e che a rianimarlo non abbisognerebbe altro che abili maestri avessero più spesso ad eccitar il generale interesse colla composizione di accurate partiture quali convengonsi alla sublime maestà del tempio. La messa a due Tenori c Basso con cori del maestro Mandanici, eseguila nella nostra chiesa di S. Pietro Celestino il giorno 19 contiene molli pezzi di bella fattura che produssero non volgare sensazione in tutti gli astanti e vennero specialmente ammirati da non pochi intelligenti accorsi per assistere alia esecuzione del nuovo componimento di uno dei più profondi contrappuntisti d’Italia, il quale a preferenza possiede i requisiti artistici per aquistarsi un posto notevole fra i buoni compositori di musica da chiesa. II breve Ingresso della messa solenne di Mandanici, la prima di’ egli scrisse per la liturgia ambrosiana, è di uno stile corale. — Il primo tempo del Gloria in excelsis Beo si aggira sopra un brillante andamento, alto più che mai ad esprimere l’esultanza di una moltitudine di fedeli verso il Signore. L’adagio del duetto fra il tenore e il basso, ben eseguito dagli abili dilettanti signori Spagliardi e Gorè, si merita lodi tanto per le armonie come per i concetti melodici; altrettanto a nostro credere, non potrebbe dirsi del successivo allegretto alle - 96 parole Gratias agimus Ubi. Quindi un espressivo solo di tenore conduce al Qui tollis, magnificò largo concertalo e condotto con tale maestria cd imponenza che basterebbe da sè solo per qualificare l’allievo di Raimondi, siccome un maestro che in quanto a scienza c pratica disposizione cd unione delle voci ha ben pochi rivali Ma in questo stesso Gloria avvi eziandio una fuga reale in sol a tempo ordinario In quale, se alla massa degli uditori non avrà sembrato per effetto vincere il Qui tollis, per energico e chiaro risultato delle più astruse complicazioni contrappuntistiche certamente non avrà potuto a meno di persuadere ognuno che con maggior arie non si sarebbe potuto disporre il soggetto e trovarvi le risposte c le entrale relative a ciascuna parte del difficile componimento musicale, in cui lo studio può assai più del genio. Il Gloria nel suo totale cd anche in qualche squarcio, come nel duetto già citato, in lunghezza sorpassa alquanto la dimensione alla quale siamo abituati nelle nostre ristrette musiche sacre, prive delle voci bianche ed il cui accompagnamento riesce monotono, essendo limitato all’organo tutto al più con qualche violoncello e basso. Principia il Credo con un tutti a frasi larghe con molto discernimento tolte dal canto ferino ambrosiano, al quale succede una cantilena di tenore per preparare l’Incarnatila, commovente pezzo concertato pieno di elevazione e per merito non inferiore al sullodato Qui tollis. Osserveremo di passaggio al Cujvs regni non erit finis la sospensione del periodo musicale sopra la sesta minore del tuono coll’accordo di sesta eccedente, e poi la ripresa del canto ambrosiano, da cui il valente contrappuntista ne trasse un artifizioso ricercari, il (piale compie sì bene il Credo. Del Mottetto, sopra parole italiane, dall’autore del Buontempone, del Segreto, del Rapimento, ad esempio di quasi tutti i moderni maestri di cappella, concepito a guisa teatrale, non diremo altro se non che ci parve disdicesse alla severità della maggior parte della messa, sebbene anche pel modo con cui dal bravo tenore Garzoni fu interpretato potesse piacere a non troppo esigenti uditori, che forse avranno trovato di che dilettarsi portino co’motivetti della Fausta c della Iìorgia inavvedutamente suonati dall’organista, il quale per altro nelfaccompagnarc la ben elaborata opera sacra di Mandanici mostrò non ordinario zelo. /. C. RIVISTA BIBLIOGRAFICA. Mugica facile per Pianoforte* In questa rivista trattasi solo di alcuni piccoli pezzi di musica leggiera e facile in tutta 1 estensione del significalo, ne quali gli autori rinunciarono ad ogni lusinga di gloria per riuscire di aggradimento e sollazzo alla massa di quelli che sono appena incamminati nel labirinto esecutivo del pianoforte. Le composizioncelle delle quali qui sotto faremo breve cenno si raccomandano per la loro semplicità c per la speciale cura che si ebbe di addattarc al pianoforte alcuni lusinghevoli motivi di opere teatrali o di arie nazionali in modo che gli allievi potessero agevolmente interpretarli, ritraine diletto c così vieppiù infervorarsi nel proseguire nello studio dell’istromento dalla moda preferito. Fra i pianisti ch’ebbero a pubblicare opere appartenenti al genere facile ed ameno si distinsero Bei tini, Huntcn, Hcrz, Czerny; Schunkc, Corticelli e vaij altri il cui nome ora non ci torna alla memoria, i quali si acquistarono un gran numero di partigiani nella illimitata coorte de’giovanetti che agognano divenire dilettanti o professori di pianoforte, 1° Album pour le piano par Ddhler. Op. 40 chcz Ricordi. In questa modesta raccolta, in cui si misero a contribuzione le più elette melodie di Rossini, Mcyerbeer, Bellini, Aubcr, Donizetti, ecc., ad evidenza si scorge che lo straordinario suonatore ha dovuto durar fatica neH’assoggettarsi a scrivere pezzi si limitati e semplici, giacché sonvi qua e là alcuni passi di un’esecuzione non corrispondente al complesso del facile Album, negli otto numeri del quale nulla trovasi che possa meritarsi particolare rimarco: perciò basti il dire che fra essi da taluno si vorrebbe dar la preferenza per l’omogenea scorrevolezza al Caprice brillant sur le Iianz des Facches et un False Suisse, non che alla Bagatelle sur un aìr favori de A’ice e per effetto piuttosto brillante alla Feti te Fantasie sur deux motifs de la Norma. A non dubitarne, l’esimio Dohler non attacca alcuna importanza a questo suo Album, il quale se non può figurare fra le più lodevoli sue opere (nel cui novero va posta la magnifica Fantasia sul Guido e Ginevra, recentemente dall’editore Lucca pubblicata), è però tale da non scomparire al confronto di qualunque altra produzione del1 istcssa categoria. 2.° Bue divertimenti sul Riccardo cuor di Lione, e due fantasie sopra temi del Freyschutz. Presso Ricordi. Questi pezzi che costituiscono le opere 6t c 55 di WoIfT hanno il vantaggio di farci conoscere alcuni motivi di spartiti che ponilo chiamai si affatto nuovi pel pubblico italiano. - 1 Bivertimentì sono di un’esecuzione assai facile c ponuo servire di passatempo a’ giovani studiosi che hanno superato i conosciutissimi 25 studii op. dOO di Bertini. Le due Fantasie sul capolavoro di Weber nelle nostre società avranno migliore incontro per una certa qual eleganza che le rende più di effetto de’ divertimenti or citati. La prima è basata sopra una riduzione di alcune cantilene del duetto del secondo alto, dell’andante di Tony e del finale del terzo atto. Il carattere piuttosto severo de’ motivi della seconda fantasia rende indispensabile che la si eseguisca con non superficiale penetrazione del sentimento richiesto dall’autore. 3.° Belices des Operas de Bonizetti. ehez Ricordi. W. Plachy nella sua miscellanea di dodici pezzetti sopra i più favoriti concetti delle opere del sommo maestro lombardo, se non c’inganniamo}, si propose di far per i principianti, quanto già da qualche tempo intraprese l’infaticabile e troppo arrendevole Czerny per uniformarsi alle viziate esigenze de’ pianisti di sGco’nda forza. Da ciascuna delle più applaudite partiture di Donizetti scelse tre o quattro graziosi od espressivi periodi e spogliateli da ogni accompagnamento od andamento di qualche intreccio, nudamente li trascrisse per pianoforte e senza alcun scrupolo li intitolò Ficcole fantasie facili a cui volle anche aggiungere l’altro epiteto di brillanti che a loro non conviene nè punto né poco, come pure il qualificato (li fantasia, a’ giorni nostri sì spesso erroneamente adoperato per ogni sorta di pot-pourri o pasticci strumentali. In ogni modo le Belizie delle Opere di Bonizetti sono sì brevi, e le cantilene di esse sì chiare clic ponuo riuscire di piacere tanto all’esecutore, quanto a chi le ascolta. 4.° Les fleurs d’Italie pour Burgmuller: cliez Canti a Milan. E ancora Donizetti che vien posto a saccheggio dai riduttori. Burgmiiller dal Torquato, dal Gianni di Calai», dall’O/rco e Pasquale, dal Furioso e dall’ImeIda, colla fortunata facilità che in Francia gli procacciò molti fautori, trasse varie pagine di musica per pianoforte in cui gli apprendenti troveranno ognora una corretta’digitazione non iscompagnata da spontaneità. Ciò può dirsi anche del Souvenir de Bellini dell’istesso Burgmuller che fa seguito al Fiori d’Italia. 5.u Jardin musicale, douxe melodies varìeés par L. Zenoni: chez Canti. Nella raccolta del Zenoni trovansi le più care melodie delle opere fra noi in voga seguite da variazioneclline calcolate per le mani che agevolmente non ponno abbracciare la ottava ed in cui non di rado sono diligentemente numcrizzate le dita da adoperarsi. Chi ad ossa ricorrerà non avrà certo a pentirsene, così ei diceva un maestro appassionato per i pezzi che solleticano le orecchie. 6.° Les Belassemens de l’Elude. Choix de 25 morceuux pour le piano par Ilunten Op. i-2’2. Mendrisio chez Pozzi. Come un abile pianista possa mostrar talento anche nelle più piccole composizioni, evidentemente lo si prova da Hunlen, l’autore che può dirsi una vera àncora di salute per la folla de’ poveri professori, i quali ad ogni costo per appagare i loro inesperti allievi sono costretti quotidianamente a provvedere pezzi piacevoli, brillanti, di effetto sicuro, e non pertanto di esecuzione facile. J erminiamo questi cenni pregando i cortesi nostri lettori a non farci 1111 carico se li abbiamo trattenuti colI esame di opere di ben poca importanza cd in cui l’immaginazione fu lasciata in non cale. Coloro che pensano a ricreare chi muove i primi passi in un arte qualunque, non vanno sempre trascurati. /. C. NOTIZIE VARIE. Lo.vdh v. — Scrivono da questa capitale: «Gli artisti e gli amatori di musica di questa città hanno testé avuto la soddisfazione di ammirare il più bel talento sul clarinetto che qui si abbia mai sentito. Il famoso Ernesto Cavallini ha ottenuto un successo d’insolito entusiasmo. La (li lui esecuzione è ciò che si può concepire di più perfetto e di più sorprendente in quanto a meccanismo. Egli possiede una agilità di cui è impossibile formarsi una giusta idea, e supera le più grandi difficoltà con una sicurezza c velocità veramente incantevoli. La fantasia sull Elixir d’amore lo fecero abbastanza apprezzare anche come compositore. A render più variato il concerto di Cavallini contribuirono l’espertissima Persiani e Giorgio Ronconi, il (piale di giorno in giorno si rende sempre più accetto a questo pubblico, che già Io applaudì nella Lucia, nella Beatrice, ucYElixir e nel Torquato». V iKNNA. — Nella Gazzetta Musicale del 8 corrente leggesi quanto segue: - Dohler, il celebre pianista a Vienna ha già dato sette concerti, sei a suo benefizio ed uno per i poveri. Il successo é. stato immenso. Nel11 ultima sua accademia, clFebbe luogo nella sterminata Saia dei Ridotto, la quale contiene più di sei mila persone (!!), aveva attirato tanta gente che molti non hanno potuto trovarvi posto. E probabile ch’egli darà molti aialtri concerti. Parlasi assai di 4S nuovi Studj pel pianoforte da Dohler ora composti, e che vuoisi siano l’opera più notevole di questo brillante compositore». — Nel terzo concerto dato la notte del 4 al 5 corrente dal violinista Antonio Bazzini la Sala della Società Musicale era discretamente piena, e vi furono moltissimi applausi e 11011 poche chiamate. Ecco coinè in proposito si esprime il LFanderer: • 11 concertista anche questa volta suonò da degno rappresentante della Scuola di Paganini cd eccitò entusiasmo colla sua grande agilità sul violino, istromento più d’ogni altro atto a risvegliare il sentimento. I pezzi eseguiti furono: Souvenir di Beatrice di Tenda; l’Allegro del 17.° concerto di Kreutzer; Quartetto dei Puritani trascritto a violino solo, pezzo che dopo Ole-Bull mai non si udì suonare con tanta bravura: quindi il piccante Scherzo variato suH’//m7o al ballo di Weber; finalmente le Fariazioni brillanti sulla Sonnambula, eli’erano già annunziate nel programma dietro richiesta di molti». Ne’ pezzi vocali emerse la Melanconia, nuova romanza composta dal concertista e cantata dal Castellari con un’anima che rapirono il pubblico in una vera estasi, di maniera che in mezzo a’ più tumultuosi applausi dovette esser ripetuta». Gami. — Ermcl pianista verso la (ine del secolo scorso assai festeggiato, quivi morì nell’età di più di ottanta anni. E il padre di Luigi Ermel, autoredi alcune opere drammatiche e di uno Stabat eseguito recentemente con successo. GIOYAUM BICORDI EDITORE-PROPRIETARIO. ©all’I. Si. SfaMIimesat© JSasioi&ale IPri-vIIogiat© di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GSOVAKA’S &5C©M©I.

Contrada degli Omenoni N. Ì720.

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