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GAZZETTA MUSICALE

N. 22

DOMENICA
29 Maggio 1842.

DI MILANO
Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà Antologia classica musicale.
La musique, par des inflexions vives, accentuées. et. pour ainsi dire. parlantes, exprimè toutes les passions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, soumet la nature entière à ses savantes imitations, et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sentiments propres à l’émouvoir.

J. J. Rousseau.

Il prezzo dell’associazione annua alla Gazzetta e all’Antologia classica musicale è di Aust. lire. 24 anticipate. Pel semestre e pel trimestre in proporzione. L’affrancazione postale della sola Gazzetta per l’interno della Monarchia e per l’estero fino a confini è stabilita ad annue lire 4. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Omenoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto.

perfettamente il giusto e vero carattere ilei suoni, ove la modulazione esca dai limiti delle più semplici melodie, riesce difficile anche ai dotati di squisito sentire se non soccorra l’armonia alla memoria. Avvegnaché i suoni ricordati sono facili a cancellarsi urtati che sieno da una sensazione alquanto discordante. Vili. Ma questa armonia non ha ella altro ufficio, non arreca alla musica altro vantaggio che questo di rendere più evidenti i caratteri dei suoni melodici? Rousseaunon gliene concede altri sul riflesso che la modulazione armonica si aggira principalmente sulle cadenze il ili cui numero è assai circoscritto, e la vorrebbe perciò sbandila come inutile frastuono che non concorre all’espressione. Quando però 1 armonia non avesse in sé altra forza che la suaccennata, contribuirebbe però sempre a rendere più estesa la facoltà rappresentativa della melodia fondata sui due elementi, tono e ritmo, nè potrebbe chiamarsi inutile frastuono. Che se poniamo niente ai diversi accordi di cui è ricca, ed al carattere particolare che li distingue, saremo persuasi essere in essi una fonte di espressione di colorito musicale tutto proprio, che nessun altro elemento possiede. Se ciò non fosse, a qual line tanti accordi che la teoria considera come dissonanti ed aspri ( e il sono infatti percossi isolatamente) e che pure si riconoscono di tanto effetto? Forse che il bisogno di scuotere il senso colla varietà, e con forti impressioni, è il solo motivo che ne giustifichi l’uso? non sappiamo crederlo. IX. Il principale e più evidente carattere della dissonanza si è l’urto di due potenze di carattere opposto dal quale emerge più determinata l’inclinazione ad un punto in cui le potenze urtantisi vengono a collidersi, punto che si prevede sempre con chiarezza quando siasi ben intesa la natura dell’urto, e che spiega la modificazione ricevuta nel conflitto dalle due potenze. E questa inclinazione non è soltanto dipendente dall’accoppiamento de’ suoni, a quei dati intervalli che diconsi dissonanti, ma ancora dal confronto che se ne fa colla tonica ricordata e dai suoni concomitanti, in modo che quegli intervalli che isolali sono analoghi, non Io sono menomamente nella modulazione quando è già stabilita un’idea di tonica. II vero carattere della dissonanza non in altro consiste al postutto che nell’inclinazione a muoversi prodotta dall’urto, come il vero carattere della consonanza è quello ESTETICA del riposo:, così come la maggior asprezza delle prime non nasce veramente dal rapporto matematico, ma dalla difficoltà d’intenderne l’inclinazione non ben determinata. Onde poi la preparazione che ne facilita 1 intelligenza serve a scemare l’urto che ne riceviamo. X. Convien intendere mollo largamente la spiegazione che i teorici danno della qualità consonante o dissonante degli in-, tervalli per mezzo del rapporto matematico, e persuadersi che il giudizio ne è allatto metafisico; altrimenti non potremmo concepire come fosse praticabile un sistema temperato che altera notabilmente tulli i rapporti 310.11 lasciando nella sua vera proporzione che l’ottava. Se la qualità consonante dipendesse o fosse limitata à cerli dati rapporti ne verrebbe per conseguenza elie un sistema di temperamento equabile don avrebbe più consonanze e l’inequabile non ne avrebbe che incerti toni. IN è vale 1 opporre che noi non siamo per avventura dotati di senso cosi superdelicato da risentirsi di tali minime alterazioni. Ne è prova contraria il disgusto che arreca qualunque più lieve stimazione anche nella melodia isolala. La pretesa varietà dei temperamenti che dicesi dover trovarsi necessariamente in una medesima orchestra per la diversa natura degli stronienti non è prova sufficiente a dimostrare la poca squisitezza dell’organo uditorio. L’esperienza dimostra che quelle orchestre solfatilo si uniscono in perfetto accordo, le quali si formano di professori avvezzi ad un medesimo temperamento, nè mai rinvenirsi in quelle loricate di soggetti raccolti da varie parti, comechò abilissimi, perchè avvezzi a temperamento diverso, non sì tosto possono convenire in un solo. Lo ripetiamo, il giudizio dell’armonia de’ suoni è affatto metafisico come io è quello dell’armonia dei colori nella pittura; e siccome questi appariscono belli in proporzione della maggior evidenza con cui ci rappresentano gli oggetti, cosi le dissonanze riescono di buon effetto a proporzione che rendono più chiaro ed espressivo il linguaggio de’ suoni. XI. L’armonia non solo rischiara e fa più salienti i caratteri che i suoni melodici acquistano dal confronto colla tonica, ma li modifica., li varia come modifica i toni stessi. Un suono medesimo infatti non acquista egli tanti caratteri quanti sono gli accordi da cui può essere accompagnato? La varietà degli accordi ili dominante e ili sottodominante e l’accordarsi la sottodominante

del tono minore col tono mag

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