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GAZZETTA MUSICALE | ||
N. 25 |
DOMENICA |
DI MILANO |
J. J. Rousseau.
FRAMMENTI.
Il sentimento religioso indispensabile alla Composizione Sacra.
Pensieri di Carlo Borromeo di Miltitz.
(Sotto questa Rubrica noi produrremo quindi innanzi tutti quei brani di critica, di estetica, di storia, o letteratura musicale che ne verranno scontrati nelle migliori opere letterarie di recente pubblicazione, nei giornali tedeschi o francesi specialmente dedicati alla musica. Pertanto avvertiamo i nostri lettori a non volerci far solidali delle opinioni varie e dei principj diversi che si manifesteranno in questi Frammenti, ma bensì a ritenere che li veniam producendo come mera espressione di parziali convinzioni artistiche, più o meno indipendenti dalle teoriche che noi professiamo, ma degne pur sempre di essere fatte palesi a chi ama seguire in qualche modo il grande movimento musicale del tempo nostro non solo in Italia ma anche fiori).
L’Esten.
".... Oppresso l’artista de’ passati tempi da una non meritata, dura ed inesorabile sorte, o dal tedio della vita, egli poetava - almeno cento anni fa - una canzone sacra, estendeva un Salve Regina, dipingeva una Santa. Dell'istesso modo la filiale gratitudine alla bontà di Dio spingeva 1'artista de’ secoli passati all’alta lode, componendo degli inni, un Te Deum laudamus, etc. Talmente, e non in altro modo nacquero le magnifiche opere del pennello e della penna, mirabili anche tuttora, ed è erroneo il credere che Raffaele, Leonardo da Vinci, Palestrina, e gli autori per la maggior parte ignoti de’ magnifici inni AEterne vector etc., A solis ortu etc. siano nati da una pratica artistica, alla quale noi non possiamo innalzarci. Oibò: anche al giorno d’oggi noi somministreremmo nella sfera dell'arte religiosa altrettante opere magnifiche, se avessimo la fede di quei tempi, la quale sgraziatamente è andata perduta affatto per noi. La sola verità regge nella vita siccome nell’arte. Un caso speciale ne abbiamo oggidì nella musica di chiesa, e da alcuni anni mi vennero presentati da giovani compositori delle messe e salmi e simili, una metà de’ quali mi rivoltava per una esuberante impudenza delle loro melodie ed istrumentazioni, mentre l’altra metà, quantunque scritta nello stile rigoroso, eccitavano la mia compassione per la loro rigida freddezza e pel misero spirito ond’erano animate. Colui, il quale al par di me, 40 anni di sua vita consacrò esclusivamente alla musica, ed osservò l’andamento della sua cultura, può ben mettere innanzi anch'egli una parola. Più che vi rifletto, tanto più mi s'invigorisce il convincimento, essere la cagione di tale decadenza il religioso indifferentismo che nella nostra epoca fece cotanti tristi progressi. Credo dunque mio dovere di dirne pubblicamente qualche parola. Non ispero già di produrre un cangiamento di vista, è probabile anzi che la mia voce s’estinguerà come quella di un predicatore nel deserto; ma non è nemmen impossibile che essa non penetri in qualche animo, per consolidarvi un vacillante convincimento.
«È noto che circa la metà dello scorso secolo il così detto periodo illuminato fece un’irruzione in Germania. 11 gran tema era di sottomettere tutte le idee trascendentali ad un libero esame. I dotti, gli educatori, le persone private, rispettabili e bassi uomini erano infuriati di combattere i pregiudizj, fra cui annoveravano i libri della religione positiva e della morale. È noto, e si comprende bene che il sensualismo venuto dalla Francia a queste parti rese i migliori servizj, giacché esso trova ovunque i suoi fautori e reclute. Talmente la seconda metà del secolo scorso segna un’epoca in cui la pluralità de’ culti abnegava ogni fede, contentandosi del concepimento razionale e morale del cristianesimo. Anche in riguardo alla musica avevasi vergogna di tutti gli usi de’ tempi anteriori, si abolivano quali cose superstiziose, ma tornavano ben presto, mentre coll'essersi liberato di ogni positiva credenza, l’animo restò perfettamente vuoto, e il principio religioso inerente all’uomo chiese di essere soddisfatto. La vera musica di chiesa distrutta in Francia, calpestata in Italia coll’adulterazione della musica di teatro, influì pur anco in certo qual modo sulla Germania, ove nell’attuale epoca materialistica e industriale, in cui non si ha voglia né di pensare e sentire, né di orare e ringraziare, ma bensì di godere e di far danari, onde procacciarsi ogni possibile piacere, si profana la sacra colla mondana. Simili abusi non si aboliscono sul momento, e tocca alla sapienza de’ Governi a sradicarli mano a mano, e formarne uomini più pii. Pertanto la risposta di due quistioui potrebbe in vario rapporto servire all’uopo;
1.° Che cosa è il vero stile di Chiesa?
2.° Come si genera la disposizione d'animo per iscrivere in questo stile?
«Già Godofredo Weber disse nella sua Scuola di Composizione star male colla dignità della musica di chiesa, la quale dipende soltanto da note majuscole, legature, rigorose preparazioni delle dissonanze, in somma da tutte le leggi dello stile rigoroso. Le antiche composizioni sacre di Palestrina, Allegri, ecc. non sono già vere musiche di chiesa per esser scritte in quello stile, ma perché vi domina uno spirito di profonda divozione, il quale rende anche in loro possibili quelle rigide forme. I più gran musici di quei tempi erano cattolici, educati nella divota venerazione degli usi liturgici della loro chiesa. E se non può negarsi che anche un protestante dotato di fede e di devozione, potrà scrivere una messa divota - e ne abbiamo delle prove -, d’altra parte egli è indubitato che per esempio il Salve Regina, lo Stabat Mater, la Litania Lauretana ed altre cose composte del delicato e commovente culto di Maria, dell'indivinizzato fiore femminile, sono concepite dal cattolico con più profondo rispetto e caldo cuore, che non dal protestante nazionale, il quale s’abbandona allo scetticismo e allo spirito d’esame, che costituisce il principio della sua chiesa, prima di pervenire alla poesia dell’animo.
«Il vero stile di chiesa consiste perciò in uno stile libero musicale, atto a produrre melodie divote e commoventi, nel quale, non già come nello stile legato, ogni passo è anticipatamente determinato e prescritto, ed ove predomina il ragionamento ed il calcolo, ma 1'intima devota penetrazione dell’oggetto della solennità inspira il compositore a sublimi melodie che gli si rendono possibili mercé un libero maneggio dell’armonia e della ricchezza d’istrumentazione. Non si creda però - fatta astrazione della correttezza - che si abbia da escluderne ciò che si chiama musica lavorata. Anzi le imitazioni, legature e sincopi, ingressi contrappuntistici alternati con liberi passi melodici producono il più incantevole contrasto, e laddove vi ha ragionevole cagione per una fuga, essa deve unire al brio ed al fuoco di moderna istrumenlazione il grave de’ tempi antichi nella scelta ed elaborazione del tema. Qui è il luogo ove il compositore deve esternare la sua abilità nelle varie dotte combinazioni, senza dimenticare che l’animo sia il principale oggetto nella musica di chiesa.
Veniamo alla seconda quistione: in qual modo si genera la disposizione per iscrivere una tal musica?... Le arti sorelle, la pittura, la poesia, richiedono una cultura scientifica, parte una cultura pratica, le