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GAZZETTA MUSICALE | ||
N. 7 |
DOMENICA |
DI MILANO |
J. J. Rousseau.
ERRATA CORRIGE Nelle prime tre righe della terza colonna della seconda facciata di alcune copie del foglio N. 6 di questo giornale occorse una trasposizione di parole che ne rende non intelligibile il senso e correggasi come segue l’intero periodo: «Ed ecco quindi due affatto diverse specie di concorrenti alla palma teatrale affacciarsi all’allettante arringo, ed impegnami tra essi una gara che ben di rado e come or vedremo, è vinta dai più degni». RASSEGNA DI OPERE STROMENTALI Composizioni Musicali di Antonio BAZZINI. Ne interessa avvertire che in un nostro articolo inserito nello scorso N. 6 di questa Gazzetta ed intestato Allegria-Valtz di Carlo Pensotti, corse un errore di stampa che sebbene sembri di lieve momento, nulladimeno cangia affatto il senso di quanto da noi s'intendeva di dire. L’errore sta in una virgola che alla linea terza del suddetto articolo precede la parola principalmente in luogo di susseguitarla. E perciò invece di leggere che l'Italia si trova tanto al di sotto dell’Alemagna, principalmente nella musica alla danza destinata, il che alludesi alla di lei inferiorità anche al confronto pure d'altre nazioni, ma soltanto nelle sue composizioni di ballo. Se non che, nel mentre facciamo questa dichiarazione ad oggetto di dimostrarci sinceri e caldi sostenitori dell’onore della musica italiana, ci duole pur entrare in un argomento che ben poco di lieto e di confortante ci porge da trattare. Ed è che venendo a parlare d’un distintissimo artista esecutore ed abile compositore, quale si è Antonio Bazzini, non possiamo far a meno di gettare uno sguardo sullo stato attuale della musica istromentale in Italia. Egli pare che tra noi siasi da alcuni anni dimenticato del tutto questo genere di musica, che pure per lo addietro ci faceva; gareggiare coi più apprezzati scrittori stranieri, e che tanto splendidamente si presta alle più nobili ispirazioni e a’ voli più arditi della fantasia. In giornata ogni suonatore di qualche istrumento il qual si reputi menomamente distinto, si fa un obbligo di scrivere e dar alla stampa, ma ci si dica di grazia quanti e quali sono i componimenti di questo genere in cui non si manifesti la tendenza al mero effetto momentaneo, e non sia al tutto trascurato per non dir peggio il decoro e l’incremento dell’arte? Trovato che siasi alla bell’e meglio il modo di far brillare il più possibile i mezzi dello stromento, tutto è fatto; e perciò ogni composizione moderna si divide in due generi, l’uno vecchissimo, anzi rancido che si è quello del Tema con Variazioni, l’altro esso pure già sentilo a sazietà e falso nella sua massima, vogliam dire quello delle Fantasie, le quali in fin de’ conti non sono che quel genere di composizioni, cui con molta maggior modestia 1 nostri buoni predecessori chiamavano Pots-Pourris. E ciò che ne pare maggiormente condannabile si è che non per mancanza di talento e dottrina, ma solo per ignavia e pel basso desiderio di secondare il gusto degli orecchianti od orecchiuti, molti dei nostri istrumentisti abbandonano la grande e retta scuola per dedicarsi a un genere si frivolo, e che per conseguenza non avrà neppure la vita de’ loro autori. Egli è giusto però eccettuare, parlando di musica di pianoforte, alcuno dei lavori di Fanna e Dòhler, nei quali la scienza del primo e l’eleganza del secondo sono da pregiarsi conte due incontrastabili glorie italiane; ma nel restante davvero noi non sapremmo indicare alcuna produzione che non sia a confondersi coi soliti ghirigori dei così detti Concertisti. Solo a parer nostro pieno di genio e di belle speranze presentasi nell’arringo Antonio Bazzini, il quale ha già ottenuto il plauso di tutta l’Italia superiore colle meraviglie del suo violino. Oltre le molte fantasie inedite da lui composte su parecchie delle Opere in moda e che egli eseguisce in ogni suo pubblico esperimento, egli ha già scritti e pubblicati tre suoi lavori istromentali (I), e sono: 1.° Adagio, Variazioni e Finale sopra un tema di Bellini per violino con accompagnamento di violino, viola e violoncello o di pianoforte. 2.° Capriccio di bravura per violino con accompagnamento di pianoforte. 3.° Gran Duetto Concertante per pianoforte. e violino. Dalla prima alla terza di queste sue Opere noi crediamo trascorra l’intervallo di circa quattr’anni. E però notabilissima e diremmo quasi sorprendente la differenza di stile die passa dal primo al secondo, e dal secondo al terzo di questi tre lavori; com’è pure ad osservarsi la piena di sempre nuove idee, le quali per la medesima loro ridondanza (nell’ultimo pezzo principalmente, come osserveremo), riescono di danno anziché di giovamento alla composizione. Nel primo dei tre pezzi suindicati si addimostra l’autore affatto principiante, circoscritto, mal’atto a sciogliersi dai lacci delle viete forme. Esso è un lavoro, come ve ne ha delle centinaia di consimili; o vogliam dire è nulla meglio, come appare dal titolo stesso, che un adagio, un tema di Bellini, le tre variazioni colle analoghe risorse violinistiche, la solita variazione sentimentale in minore, e in fine una Polachetta originata dal terna principale al modo che nè più nè meno si usa in simili casi. Vogliamo anche acconsentire che si ravvisi in questo pezzo spontaneità di cantilene, e un fare abbastanza elegante, ma quanto ad originalità, non ve ne trovate ombra. Per dir tutto in breve, è un lavoro nel quale l’autore dà di sè qualche speranza o poco più. Passiamo al secondo, vale a dire al Capriccio di bravura. Ed eccoci come già accennammo in un campo al tutto differente. Qui ben altra impronta, ben altro fare; non bisogno di tema altrui; tutta fattura propria; idee nobili, bene sviluppate, nuove senza pretesa e ancora improntate di quel fare italiano che nel terzo pezzo come or vedremo, si smarrisce pressoché del lutto. Ma per ora esaminiamo un po’ più paratamente questo Capriccio; che riguardato sotto l’aspetto della fattura e dell’effetto, vuoisi giudicare senza dubbio superiore a tutta l’altra musica di questo autore. Apresi XAndante primo tempo di questo pezzo con nobilissima cantilena in re maggiore in 5 e A la quale vien subito dopo ripetuta all’ottava interiore sulla quarta corda con molto bell’effetto. Poi ingegnosamente ritardandone la cadenza con dolcissima transizione si abbandona ad una nuova melodia a doppia corda nella quale si offre la miglior fusione di canto e passione, che con nuove modulazioni ed un assai ben inteso incalzando e rinforzando passa al modo di fa naturale, e da questo a poco a poco si rimette con serena larghezza di frasi sempre animate e piene d’accento, e si riposa sul la-, qui pure fa sentire una nuova placidissima cantilena bene vestila da un tremolo sottopostovi che con bell'artifizio imita l’effetto di più violini. Dato termine a quest’ultimo melodia, egli armonizza il la con settima e s’apparecchia a cadere di nuovo in re nel tempo brillante a 2 e A che segue. Come (1) Tutte le Opere di Bazzini tanto istrumentali come
vocali trovansi pubblicate dal Ricordi.