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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gazzetta Musicale di Milano, 1842.djvu{{padleft:69|3|0]]Lasciamo al lettor giudizioso discernere ciò che vi ha di giusto da quanto vi può essere di esagerato in questo cenno critico. lì. — Pillici M. J. E. Miquci, già conosciuto per molle opere pel violoncello, pubblicò un trattato assai ingegnoso, col titolo di A ri thmographie musicale. Questo sistema adoperato come metodo ausiliario deve rendere de’grandi servigj all’insegnamento elementare. Le difficoltà della notazione ordinaria che spesso scoraggiano gli allievi, spariscono coH’applicazione della scala rappresentata da cifre; scala che conserva gli stessi segni in tutte le ottave: i valori ordinarj e tutti gli altri segni musicali vi sono riprodotti. Dopo alcuni studi preliminari, col mezzo dell’Aritmografia che rende la teoria de suoni più facile a comprendersi, più presto s’imparerà a leggere le opere scritte nella notazione ordinaria. Questo sistema presenta niente di difficile a chiunque sappia leggere la musica: non è che un nuovo impiego delle nozioni che si hanno, giacche ogni musicante deve sapere i rapporti numerici delle note fra loro. Questo piccolo libro, molto bene impresso, del modico prezzo di tre franchi, deve servire a render più popolare la musica, estendendo il vantaggio dell’insegnamento musicale agli stabilimenti che tuttora ne mancano, come le scuole gratuite, le sale di asilo, le istituzioni religiose. Lo studio del canto ferino, col sistema di Miquci, non può riuscir più facile. L’autore col maggior successo lo mette in pratica in varj seminarj: egli pure instruiscc collettivamente moltissimi discepoli. — Vienna. Monumento di Beethoven. L’editore di musica Pietro Mochetti, sotto il titolo di Album-Beethoven, pubblicò un’elcgautissima raccolta di dicci composizioni per pianoforte de’ più accreditati autori, preceduta da due litografie, rappresentanti la prima una specie di apoteosi di Beethoven, c l’altra la casa in cui egli nacque nel 177U a Bonn, e quella iu cui morì a Vienna il 26 marzo 1827, nonché il monumento sepolcrale ad esso innalzato nel cimitero di Wahring. Dalla seguente nota de’pezzi dell’Album Beethoven, ognuno potrà formarsi una giusta idea del valore intrinseco di quella collezione, il cui ricavo dal suddetto editore è stato destinato a contribuire alle spese del monumento che si sta erigendo al gran maestro nella sua città natia, la cui esecuzione venne dellìnitivaméiite affidata allo scultor sassone Ernesto Hechnel. 4. Marcia funebre della Sinfonia eroica di Beethoven, partition de piano par Liszt. 2. Preludio. Op. 45 di Chopiti. 3. Notturno. Op. 647 di Czcrny. 4. Due Impromptus fuggitivi. Op. 39 di Dbhler. 5. Tficgcnlied di Heuselt. 6. L’Echo! di Kalkbrcnner. 7. -17 Variazioni (serieuses) Op. 54 di Mcndelshon. 8. Due Studj di Moschelcs. Op. 405. 9. Fantasia. Op. 54 di Jaubert. 40. Romanza senza parole di Thalberg. A Milano si può avere questa interessante pubblicazione dirigendosi al negozio Ricordi. — Primo Concerto di Dohler. La sala del Conservatorio riboccava di spettatori ansiosi di ammirare la bravura dell’artista che dopo cinque anni ritornava in questa città con un nome europeo. La generale aspettativa venne superata: e dopo Liszt c Thalberg nessun altro pianista ottenne un successosi grande come Dòlior. Anche comc,compositorc si trovò aver egli fatto immensi progressi. È già annunciala una seconda accademia. — Marsiglia. Thalberg continua a dare de’ concerti c ad eccitare un entusiasmo straordinario. L’ultima volta egli si fece sentir a benefizio degli infelici che rimasero orfani al tempo del colera. — Berlino. Nel suo soggiorno in questa capitale, Liszt pubblicò un opuscolo in francese intitolato Paganini, in cui l’unico violinista vien esaminato ed apprezzato, si nella qualità di esecutore che di compositore. Ora Liszt sarà forse già arrivato a Pietroburgo: e quanto prima tutti i giornali avranno a proclamare le prodigiose nuove sue prove, e l’accoglienza da lui ricevuta nella splendida residenza degli Czari, ove Thalberg in meno di due mesi vuoisi abbia guadagnato centomila rubli.ì Franco po ut e sul Meno. — 11 nostro direttore di musica Guhr diede il 25 febbraio una musicale drammatica accademia, nella quale vennero eseguiti frammenti disposti cronologicamente dallo sviluppo dell’Opera fino dai tempi di Lully ai dì nostri. Impresa stimabile, e tanto più diffìcile quanto che dovevasi produrre nulla -di nojoso e la quintessenza delle tre scuole in tre ore, inóltre dei pezzi brevi di genere misto adattati al gusto de’ cantanti. Cionondimeno il Guhr palesò di possedere bastanti cognizioni storico-musicali, tatto e gusto, per unire l’instruttivo al gradevole, e di preparare al conoscitore c al dilettante una serata piacevole. Non appartiene qui discutere fino a qual punto si possano distinguere tra esse le così dette scuole francese, italiana e tedesca, e se il gran talento non appartenga piuttosto al mondo tutto. Ne basti ora il dire che l’accademia in dicorso era divisa in queste tre scuole, come segue: „ Scuola francese. 4) Scene della Proserpina, e 2) dell’Alceste di Lully, nato nel 4633. 3) Romanza del Bevili du Village di Rousseau, 4712. 4) Cavatina della Zemira e Azor. 5) Duetto del Riccardo cuor di lione, di Gretry 4 741. 6) Aria del Vigliello del lotto, di Nicolò Isouard, 4777, c 7) Finale primo delle Due Giornate di Cherubini 4764. Ma perchè si davano due pezzi di Lully c Gretry, senza pensare anche, per esempio, a Rameau? Scuola italiana. 4) Duettinoldcl Re Teodoro, di Pacsiello, 1741; 2) Aria di bravura deVAlbero di Diana, dello Spagnuolo Martin 4 754: 3) Duetto e terzetto del Matrimonio segreto di Cimarosa 4755; 4) Terzetto della Gazza Ladra di Rossini 1790, c 5) un’Aria della Lucia di Lammermoor di Donizetti, 1796. In vece di questi ultimi due contemporanei;avremmo preferito Scarlatti 1688, Jomelli 1714, e Piccini 4728. Scuola tedesca. L’Introduzione del Medicò e Speziale di Dittcrsdorf 4 739. 2) Duetti» dcW’Assur Re d’Armo, di Salicri, 1750. 3) Quartetto finale dell’Ifigenia in Aulide di Giuck 1714; 4) Coro c terzetto dell’fdomeneo di Mozart, 4756. 5) Cavatina di Zemiro e Azor di Spohr. 6) Coro di caccia dell’Euryanthe di Weber 1787, c 7) Finale primo del D. Giovanni di Mozart. E perchè invece di annoverare Salicri fra i compositori tedeschi e far sentire due pezzi di Mozart, e uno di Sphor contemporanco, non si incominciò con Kevscr4 673, Hàndcl 1684, Uasse 1699 c Gratin 4701?... In ogni modo questo concertò è degno di considerazione riguardo alla scelta. esecuzione e concentrazione di tante stimabili forze, e il signor Guhr ebbe pur la soddisfazione di veder la sua sala zeppa di uditori. Lo stesso concerto ripetevasi alle feste di Pasqua. (Gazz. Mus. Universale) VARIETÀ WMM m II. TEWORE I I» Ili BASSO. Pensieri Fisiologici. Il celebre dottor Huflland nella sua Arte di prolungare la vita posa, in fatto di voci d’uomini, i seguenti principii: «Se vedete un uomo alto della persona, siate certi ch’egli ha la voce di basso} se, sgraziatamente per lui, la sua voce è di tenore e che si consacri all’arte del canto, gli pronostico la perdita della sua voce al1 età di trenta o trentacinque anni. Traduco tutto questo passo a memoria, ma mi faccio mallevadore della verità del suo contenuto. «V’ha nella voce dell’uomo, dice altrove lo stesso celebre medico, un segno caratteristico, così pel tisico come per il morale, che ogni compositore dovrebbe studiare con attenzione prima di distribuire le parti alle varie voci maschili e femminili destinate all" esecuzione de’ suoi spartiti. Fra tanti maestri non ho trovato che Mozart il quale, sia per naturale rivelazione, sia per isludio, ha possieduto l’istinto medico della voce umana. «Il tenore di petto è sempre piccolo di persona, largo di petto e di spalle. Ila per solito capegli biondi o castagni, di rado bruni} se oltrepassa siffatta misura, la voce di lui è meglio di gola che di petto, ed egli la perde all’età in cui la voce di petto è in tutta la sua forza. Se fossi direttore di un teatro (.l’Opera, non vorrei mai scritturare un tenore alto di persona, fosse soltanto per secondo tenore. «Ilo detto che i bassi son sempre alti di statura} ce ne hanno però anche di piccoli, e sono i bassi comici, comunemente conosciuti sotto il nome di buffi. La voce dei bassi fu per molto tempo trascurata dai maèstri} Mozart l’ha riabilitata, indicandole falla sua missione nell’arte drammatica. «La più bella eslension di voce appartiene d’ordinario ai baritoni, e lo stesso Mozart ha scritto la parte di Don Giovanni, tipo della bellezza dell’uomo, per un baritono. Non ho mai potuto capacitarmi come i maestri, rappresentando un bel uomo, un brigante, un seduttore di donne, gli dieno una voce di tenore. I tenori hanno per solito il grande vantaggio (Tesser trattati come l ussignuolo. E d uopo che un tenore faccia impressione colla sua voce e non col suo fìsico} ò’d uopo che abbia un porgere affettuoso, un’anima espansiva} è d uopo infine, che prima ancora di presentarsi in iscena, sia già amato} altrimenti non si saprebbe comprendere come lo si potesse preferire ai bassi e ai baritoni che sono giganti ed Adoni accanto a lui. «La voce deifuomo oltreciò può servire di diagnostico nei casi di malattie. Un tenore di petto è di costituzion fìsica assai più forte di quella del basso, foss’egli grande e grosso come un Golia} e il baritono, tuttoché bello, è esposto a raffreddori e ad indisposizioni di salute maggiori di quelle che soffre un buon tenore. «Rispetto ai caratteri, non si hanno regole stabilite} però, in conseguenza di numerose osservazioni da me fatte, credo che non arrecherò dispiacere a miei lettori, comunicandone ad essi i risultamenti, benché dubbiosi e indecisi. Vi può essere in un tenore la materia di un uomo grande. Alessandro il Macedone aveva bellissima voce da tenore. Un giorno suo padre gli disse: «non ti vergogni di cantar tanto bene?» e da quel momento egli non cantò più. Però il carattere di un tenore, ove 11011 sia di prima forza, è solitamente fiacco ed effeminato. Non v’ha nulla di più intrigante, di più importuno di un cattivo tenore. «I bassi cantanti son sempre stati sacerdoti, pontefici, sacrificatori, perchè colla loro persona essi impongono} le parti serie son fatte apposta per loro: perciò questi artisti m’hanno il più delle volle messo paura, quantunque, esaminati a fondo, sieno eccellenti creature, compiacenti fino all’annegazione di ogni lor volontà c di allegrissimo umore. «La voce di baritono è la voce degli oratori, degli imperatori e degli eroi} Cesare peraltro aveva la voce di tenore. Si tratterebbe soltanto di sapere se la voce di baritono si avvicini piò a quella del tenore oppure alla voce del basso, poiché pochi sono gli uomini alti di persona che sieno stati uomini grandi. «In quanto alle donne, soggiunge lo scherzoso dottore, è ben pazzo colui che ci si fida. Le loro voci 11l’hanno le tante volte ingannato, che rinunzio al pensiero di analizzarle. 11 punto d’appoggio, per istabilire il carattere della donna, 11011 é ancora trovato} è il punto d’Archimede.. Ad ogni modo, prima di morire, ho in pensiero di pubblicare a questo proposito la mia opinione, perocché nella voce della donna si trovano certi indizj i quali hanno molta analogia colla voce dell’uomo» Il dottor Ilufiland è morto vecchissimo, senza spiegarsi di piò intorno alla voce delle donne. Si è detto ch’egli abbia amato una cantante. P. BIBLIOGRAFIA MUSICALE IMO. WIN F©N 1 A-FA % TATA sm pss~ rote della Sacra Scrittura, comgtosta da Felice lUendelssolnn - Bartìimldy. IitPSiA, presso Breitkopf e Sldrtel (Partitura, e ElitMaxioue per cetnbalo colte par ti). Il sig. Mendelssohn, nolo poi suo Oratorio * Paolo» per la sua composizione del Salmo 42.° c per altri simili componimenti sacri, ha manifestata una così distinta vocazione per questa specie di musica, clic in ogni sua nuova opera si può aspettarsi con sicuro presentimento una cosa altrettanto ben sentita quanto maestrevolmente condotta. È argomento di singolare compiacenza il notare che il giovine maestro nel pieno fiore delle sue capacità si dedica con vero entusiasmo alla musica sacra. della quale per lo più si occupano soltanto i maestri d’età matura. Nò si dica ciie ii signor Mendelssohn imita le antiche scuole d’Italia e di Germania; egli ha uno siile tutto suo proprio, e se i cori talora ricordano quei di Handel e Bach., ciò è solo riguardo al significato loro, mentre quei del Mendelssohn sonojpiù semplici e di una esecuzione più facile benché tessuti con tutto l’artificio ed intreccio armonico in essi inerente. I.e sue melodie devono riconoscersi come sue proprie, libere dei tutto da ogni fare manierato. Già il testo delle sue composizioni sacre, tolto da’ passi della Bibbia, è d’indole sentimentale, pio. Tanto i cori clic i canti ja solo sono la semplice espressione del contenuto lirico delle parole, profondamente sentita,-scevra da ogni esagerazione sentimentale. A questo Bino precede un pezzo di musi a 11

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