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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gazzetta Musicale di Milano, 1842.djvu{{padleft:70|3|0]]istrumentale quale introduzione, per cui il tutto fu detto dall’autore Sinfonia-cantata, od il pezzo istrumentale composto di tre parli occupa due quinte parli della partitura. Mavvi un certo quale parallelismo fra la sinfonia c la cantata. Beethoven scrisse aneli" egii una Fantasia ed una Sinfonia con coro, creazioni straordinarie, alle quali la presente di Mcndclssohn può stare a lato. {Estrailo dalla Gazz. Music, di Lipsia) SCOPERTE MUSICALI. BSj M1X0l’0.. Il signor Ledere qualche anno fa inventò una nuova maniera di stromenlo musicale che gli piacque chiamare Melo fono. Fu quella scoperta accolta con favore, grato ne tornò il suono a ehi l’udì, importante ne parve l’effetto ai maestri, onde il celebre compositore llalévy l’introdusse nella sua Opera Guido e Ginevra, i famosi pianisti Thalbcrg e Dòhlcr gli fecero luogo rie7 loro concerti: e finalmente nella esposizione dell’anno 1839 di Parigi fu questa scoperta onorata di una medaglia. Nondimeno da quell’epoca fin qui tacque il Melo fono, c nell’opinione di tutti fu avuto per estinto e posto al tutto in oblio: quando pur testò si è veduto ricomparire ridotto dal suo inventore a perfezione, e se gli ò presagito non pure vita durevole, ma si è dagli artisti giudicato ottimo incremento delle moderne orchestre, e degno di avervi un posto distinto. Ecco la lettera che il signor Ledere, presentando la sua scoperta al conservatorio di musica di Parigi, ha ricevuto sottoscritta dai signori Cherubini, Habeneck,. Paer, Berton, Halévy, Àuber, Zimmcrman, Baillot, e Goblin: «Signor Ledere, noi abbiamo sentito ed cspcriinentato «con molta soddisfazione!’ istromcnto di vostra inven«zione da voi appellato Melo fono. Cotesto istromcnto «per la sua sonorità, per la natura particolare del suo «timbro, e per la sua estensione deve nelle orchestre «occupare un posto ragguardevole. Però con tutto il pia«cere vi dichiariamo di essere stati pienamente soddis«fatti nel sentirlo a suonare; nè possiamo altro che in«coraggiarvi a continuare a dare ai Melo fono quella per«fezione che sarà possibile di accrescervi; poiché creando «una nuova maniera stromentalc di tentar nuovi eliciti, «voi avete dilatato ed esteso il dominio dell’arte». Questo stromento ha la forma di due casse di chitarra sovrapposte Luna all’altra; quella di sotto contiene un mantice, che nè l’agente organico, e l’altra un poco più piccola contiene la serie delie pive. LJ istromcnto si posa sulle ginocchia, e si sostiene colla mano sinistra, intanto la destra agita il mantice e regola e governa l’emissione del suono che lutto a lei è affidato. Il manico di questo stromento, che c lungo come quello del violino, e largo come quello d’una chitarra, olire tutta la serie de’ tasti che sono tante chiavette elastiche di metallo levigato. L’istromcnto comprende un’estensione di quattro ottave, e dà un suono circa qua! darebbe il fagotto unito al clarino e al flauto. Esso ha qualche somiglianza sYaccordéon ma punto non tiene della sua monotonia. Oltre a ciò il Melo fono si presta ai passi in terza, alle doppie c anche triplici ottave e ai passaggi cromatici (Fogni maniera. Vi si può esprimere lo staccalo, il tremolo, il piano, il forte, c il crescendo. Queste virtù, trattandosi di uno stromento a mantici, sono molto considerevoli; onde altro non resta che desiderare che l’uso se ne venga accomunando, e produca così nuovo vantaggio in generale alle orchestre, e dalla istromeutazione. M-i CARTEGGIO. ( Ne giova riprodurre la seguente lettera dell’egregio maestro sig. Luigi Picchiatiti di Firenze diretta alVEditore proprietario di (presta, nostra. Gazzetta: 1.° perchè in essa egli ci è cortese di parole, che suonano molto lusinghevoli sulle labbra di persona dotata di non comune dottrina e perizia musicale, 2.° perchè nella medesima ei ci promette voler partecipare alla nostra diffìcile intrapresa e accrescere di un nome tanto stimalo il novero dei distinti collaboratori che già si piacquero fregiare il nostro manifesto). SIGNOR GIOVASSI RICORDI • MI LAS O. Firenze 28 febbraio 4842. Pregiatissimo s ignore! Uniti a gentilissima sua del IG corrente ricevei i primi sette numeri della Gazzetta Musicale di Milano, che j distesamente ho letti con vero piacere. - Se la pronta | edizione, e la più estesa circolazione dei migliori proO dotti musicali dell’epoca nostra costituisce all’editore RifyZ) cordi un titolo alla gratitudine dei filarmonici, maggior ffl titolo mi sembra andare acquistandosi alla riconoscenza Wj degli artisti c degli amatori, ora ch’egli intraprende la gftb pubblicazione di un nuovo foglio periodico, che oltre tetNÈ ner dietro a tutti i movimenti dell’arte, e render noli i lavori ed i progressi musicali che vanno operandosi tanto fra noi che fra le nazioni rivali, sparge di più quello spirito di retta e sana critica, indispensabile a raggiungere i più alfi gradi di artistico perfezionamento. - Egli ò da sperarsi che le estese relazioni commerciali della casa Ricordi procureranno a questo interessante Giornale una maggior pubblicità, ed un più largo giro di quello che ha avuto fin qui un foglio di simil genere che da due anni a questa parte si produce in Firenze, e che mediante questa maggior pubblicità verranno in certo modo a porsi in contatto tutte le migliori e più coltivate intelligenze armoniche della nostra penisola, onde meglio potere insieme tendere ad un medesimo scopo, che in ultima analisi dovrebbe esser quello di rivolgere la potenza dell’arte musicale a spingere energicamente il progresso civile, morale e religioso dei popoli. La molliplicità dei miei impegni breve spazio di tempo mi lascia, non bastevole a prendere una parte molto attiva in questo nuovo Giornale milanese, cui certo non abbisogna dell’opera mia, essendo largamente provveduto di eccellenti collaboratori; pure terrommi a pregioii depositarvi ancor io la mia piccola quota, la quale se potrà accusarsi di tenue valore, la non si potrà condannare per mancanza di buon volere (1). Gradisca i miei ossequi, e mi creda Suo devot. Luigi Picchiarti. (-1) Nel prossimo foglio daremo un primo articolo favoritoci dal dello Maestro sig. Picchiatili. STIMATI SS. SIGSOR RICORDI. Vedo promesse nel vostro giornale le biografie del grande Mozart e d’altri celeberrimi compositori c teorici musicali; questo proponimento m’arrecò somma gioja in quanto che voi, e siccome amico e spassionato ammiratore di Bonifazio Asioli, non trasanderetc certo l’occasione d’offrire anche alia memoria di lui un fiore. Se appena si può tollerare che i vostri eruditi collaboratori tanto gelosi della gloria italiana si occupino a lodare delle piccole produzioni sgomentali, e tra queste alcune foggiate plagiariamente alla tedesca, mentre loro missione sarebbe l’analisi delle Opere e de’ maestri classici e non pigmei, cosa biasimevole certamente ricscirebbc ove nessuno di essi seriamente si dedicasse a tessere l’elogio di un illustre che sagriticò l’istesso suo amor proprio siccome compositore per dedicarsi meramente a schiarire la tenebrosa via, che prima di lui, dovevasi percorrere onde poscia malamente apprendere le bolgie dell’armonia, e co’ suoi indefessi sludj poter tanto da rendere positivo e un nonnulla l’apprendimento d’una scienza che precedentemente solo a tentone c materialmente potevasi acquistare, riservandosi quasi interamente alla cosi detta pratica di scoprirne le bellezze e sgombrarne i dubbj (t). Asioli ponendo a sorgente di tutti gli accordi le tre triadi maggiore, minore, diatonica o semidiatonica, provò come tutte le altre armonie derivino dai rivolti, dalie scomposizioni e dalle addizioni di quelle tre; rese così lo studio del contrappunto un calcolo, tutto classificò mirabilmente, c qualunque mediocre ingegno con un poco d’assiduità guidato da un chiaro interprete del Trattato d’armonia riesce sicuramente, se non un buon compositore, almeno un franco armonista. Ts’e siano prova quasi tutti gli allievi di codesto 1. R. Conservatorio, ancora alimentato per tradizione degli insegnamenti del benemerito Bonifazio, che se il genio negò ad essi allori nel mondo musicale, Asioli li guarentì di un sicuro pane nella chiarezza delle sue dottrine. Qual cosa più ridicola veder sortire d’accreditati istituti musicali certe povere creature che mentre accompagnano cervelloticamente i bassi più difficili dundecima c terzadccima di Fcnaroli, non sanno analizzarne pur uno, credendo fondamentali tutte le note che stanno nel basso, ammettendo così migliaja di generatori e dovendo strimpellare per mezz’ora i loro poveri pianoforti per risolvere o preparare una dissonanza!!... eppure questi aborti musicali innondano il mondo tutto, c perchè dopo quarantanni di scarabocchiafnenti poterono connettere insieme quattro melodie da farsi anche impudentemente scritturare per qualche regio teatro, pretendono ed ardiscono dar lezione di contrappunto!... Signor Ricordi, fregiate la vostra Gazzetta con quel nome da venerarsi, parlate alla mente ed al cuore dei vostri buoni milanesi perchè finalmente si pensi ad erigere a quel sommo un glorioso monumento. Perdonate questo profluvio di chiacchcre solamente ispirato da un giusto orgoglio nazionale e dalla Vostra conosciuta sofferenza; la meschinità della lingua c dello stile attribuitela ad un Dilettante provinciale! (i) Missione di guesta nostra Gazzetta è senza dubbio occuparsi principalmente delle produzioni de’ sommi scrittori musicali. ma ella deve in pari tempo tener conto de’ nobili, sforzi di coloro che anche con tenui saggi promettono all’arte nuovi frutti e sempre mag- jj gior lustro. Intenderemo senza dubbio a tributare a suo tempo i dovuti omaggi alla memoria dell’illustre! Asioli, non che a quella, di altri insigni italiani troppo! a torto dimenticati dall’ingratitudine della folla che ij profonde i suoi incensi agli idoli del giorno e non si j cura de’ benemeriti che in una modesta oscurità spe- Il forza, produce una serie di psofogeni sempre crescenti sero i loro studi a vantaggio delle scienze. j in questa, loro energia a misura che il metallo si va Ora amiamo che gli anonimi tutori del nostro ope- j facendo più duro coll’insensibile suo passaggio alla LETTERATURA MUSICALE. Esame e projioNta di ciò elte manca per la coungsiiazicme di «sa trattato di Acissfiea ecc. ( Continuazione: veggansi ifogli N. 2 e 4. ) Riserbandoci di dare in fine dell’analisi di questo libro il quadro sinottico risultante dalla nuova classificazione dell’autore, basti saper per ora, che questo quadro presenta il soggetto (l’udibile) diviso in classi, ordini, generi, specie, varietà c sottovarietà. Gli udibili possono derivare da due differenti processi: regolarmente ne’ luoghi acustici, e irregolarmente da cagioni straordinarie oltre i confini di lai luoghi, come p. c., da una causa morbosa, o d«qualche passaggiero imbarazzo dell’organo uditorio. Perciò si distinguono anche gli udibili in due classi; normali e anormali, i primi de’ quali formano l’argomento principale dell’intero quadro dell’A., mentre poco o nulla si sa de’secondi, confusi finora sotto i vaghi nomi di susurri, rombi, tinniti^ sirigmi,cornamenti, fischi, zufolamenti, bucinameutlec., e trascurati pur troppo nelle fisiologie e patologie, di tuttPv i tempi. Gli udibili normali sono un’efficienza de’ raggi acu- ’ siici, mahifcstanlcsi all’intelletto mediante l’organo uditorio. Questi raggi conservano la loro efficienza originale ed incontaminata nel solo caso di un andamento libero e diretto; essendo forzato o indiretto, vi nascono modificazioni nella velocità, direzione cd ordine; la quale modificazione nell’ordine e la qualità della materia conducente potrebbero dar luogo ancora ad una seconda efficienza combinata colla prima. Siffatte modificazioni e combinazioni fanno dividere la intera Classe de’Normali in tre Ordini distinti, il primo de’ quali contiene i prototipi (dal greco protos, primo, e typos immagine), vale a dire i raggi che arrivano a traverso de’conduttori liberi diretti: il secondo comprende i tipi, o quelli che pervengono a traverso de’conduttori non liberi o indiretti, ed il terzo gli an fi tipi (dal greco ainphi, ambidue), poiché arrivando a traverso de’ conduttori composti constituiscono tante combinazioni degii udibili tipici co’prototipici. PROTOTIPI. Questo ordine si divide in sei generi, quanti ne richiede il maggior o minor grado di semplicità reale o apparente degli udibili compresivi, e sono: elementari, aggregati, psèudo elementari, pseudoaggregati, composti. arcicomposti. I prototipi elementari si dividono in tre specie: i.° psofogeno (dal greco psophos, romorc, c gei nomai, generare), ossia efficiènza elementare dalla quale si ha ogni maniera di romorc; 2.° melogeno ( dal greco melos, canto ec. ), quella che somministra i tuoni, e per conseguenza il canto; 3.° lessigeno (dal greco lexis, parola cc. ), quella clic formando parte essenziale della voce, ne somministra gli elementi principali della parola. II Fsofogeneo. o efficienza de’raggi acustici provenienti da una sola protovibrazione, è modificabile non solo nella sua forza dipendente dalla velocità de’ protovibratori moltiplicata per le loro rispettive masse, ma ben anche in quella specie di particolare energia impressa alla stessa forza da altre circostanze. Didatti, considerando l’immenso numero de’ gradi intermedj clic passa fra la durezza del diamante e la morbidezza di una coltrice, la tenerezza di una gelatina, la scorrevolezza dei liquidi, la fluidità de’gas; fra l’elasticità dell’aria e dell’avorio, e la compressibilità del burro e della cera; fra la rigidezza del vetro c la pieghevolezza di una piuma; fra la duttilità deli’oro e la friabilità di una gleba, fra l’aridità di una pergamena assolata e l’umidità di un’altra macerata nell’acqua: tali gradi estremi e intermedi possono combinarsi sotto diverse forme e proporzioni in ciascun protovibratorc c conduttore (1). Considerando però queste inumerevoli varietà non dal lato della loro origine, ma da quello delle sensazioni che producono, in allora si possono riunire in alquanti gruppi, ciascuno de’quali rappresenta una varietà sola. L A. divide quindi tutto l’immenso numero degl’individui di questa specie di udibili in due. varietà, e due sottovarietà, vale a dire: in isoenergei ( dal greco isos, eguale, e energea efficacia), che producono sensazioni identiche relativamente all’energia di cui è parola; in eteroenergei (da heleros, diverso), appartenenti a tante varietà diverse quante se ne possono distinguere col solo ajuto dell’udito. Gli et ero fisi isoenergei (da physis, natura) sono tante sottovarietà spettanti ad una medesima varietà, e gli etera fisi eteroenergei sono tante sottovarietà di tante diverse varietà ( come si vedrà in appresso ). E. (Sarà continuato). (t) Facendo cadere da eguali altezze eguali masse di ferro, di sughero, di melma, di acqua ec. sopra un selciato o altro pavimento duro, si accorgerà ne’psofo- I geni una particolare energia indipendente dalla intensità della forza propriaménte detta. Lo stesso ferro por- j tato in istato d’incandescenza, e martellato con egual j rato ci onorino di un po’ di pazienza e aspettino a giudicare con severità delle nostre più o meno Uxlevoli fatiche allorachò colla, continuata pubblicazione del foglio, avremo potuto in più largo tempo adempire a tutte le promesse fatte così nel programma come nelle successive note. L’Esiens. temperatura ordinaria. I/acqua nel vóto del così detto martello fisico vi produce lo stesso psofogeno che vi produrrebbe un sassolino o altro simile corpo duro. 32M3r I. 15. StaSailisBaefiato AasiosaaSe IPriTiSegiafo «Si CaSeograila, Copisteria e ’ripoga’afèa Mwsieale «Si I5I€©I$SSI,

Contrada degli Ommoni N. 1720.; ’

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