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diminuire nè aumentare nel loro volume,
mentre musicalmente parlando non è da
considerarsi come un pregio, non può negarsi
gli dia una certa espressione di costanza
cd immutabilità, bene adattala a
simboleggiare la voce sempre costante cd
eguale a sè stessa della Chiesa di Cristo.
Se non altro, quest qualità può considerarsi
come un pregio, dirò cosi, negativo:
come un ostacolo, cioè, all abuso che pcr
parte del suonatore potesse farsi di una
espressione troppo leziosa e mondana (I).
Ora, posto che f Organo, come credo
sia indubitato, debba dirsi uno islrumento
ecclesiastico esclusivamente cristiano. ne
viene per necessaria conseguenza che debba
suonarsi in modo analogo e conveniente
a tale suo augusto carattere; analogia e
convenienza che escludono per certo dal
suo suono tutto ciò saper potesse di mondana
leziosaggine, o di gusto soverchiamente
leggero. Ma se ciò non vuoisi, si
conceda pure che l’organo non possegga
la caratteristica di che sopra come qualità
ad esso propria ed essenzialmente inerente,
e l abbia solo come qualità acquisita accidentalmente
in dipendenza dell uso costantemente
sacro che se ne è fatto. Concedasi
pur ciò. io diceva, chè poco costa
a concederlo, e diasi pure che 1 organo
possa impiegarsi anche convenientemente
ad usi profani e dai servigio del culto diversi;
non vi sarà (io credo) chi voglia
sostenere, die (piando lo si è posto nella
casa di Dio, (piando lo si assoda ai riti
delia religione, sia lecito ad esso spiegare
la imponente sua possa musicale in modo
che alla terribile santità del luogo, che
alia maestà <1(4 cullo sconvenga. In una
parola, il suono dell’organo rifulger debbe
delle stesse caratteristiche che distinguono
la vera e buona musica sacra.
Ma, si dirà da taluno: quali saranno i
caratteri che convengono a questo suono,
se non ancora sul vero carattere della musica
sacra sono i critici d accordo? - A che
si può rispondere: sia che questa discrepanza
esisla tra i critici non solo, ma anche
Ira i pratici. e sia pure che incerto
ancora penda il giudiçio in proposito; è
però vero che, mentre conseguenza di ciò
è che non si possano stabilire positivaniente
in modo diretto le qualità che a
tal suono appartengono, si può sempre
raggiungere un congruo risultato procedendo
indirettamente come dicono i matematici
per eliminazione: escludendo, cioè,
ad una ad una le qualità che a tal suono
non son convenienti. Che se poi relativamente
alla sovraccennata discrepanza voglia
un organista preferire la opinione di
coloro che potrebbero dirsi i sensisti della
musica sacra, e sostengono doversi essa
trattare in modo che a subbicito della musicale
imitazione si prenda il senso letterale
e primario delle parole liturgiche,
alla contraria opinione di coloro che, (piasi
d
il
4i I i
(I) u Pour retendue, l’éclat, la puissance, il (l’orgue)
n’a point de rival. 11 est la voix de l’église chrétienne. et comme l’écho du monde invisible qu’elle
manifeste symboliquement. Ses proportions, sa forme,
ont un aspect architectural, et ses profondeurs ont
un volume de son suffisant pour remplir l’édifice le
[dus vaste. Tantôt il provoque le recueillement et la
contemplation par une harmonie voilée, mystérieuse;
tantôt il émeut d’une tristesse sainte, ou enflamme
les désirs d’une céleste ardeur. Quelquefois il gronde
comme l’orage, mugit comme la tempête sons les voûtes
tremblantes; quelquefois on diroil les soupirs des esprits,
devinés plutôt qu’entendus, saisis seulement par l’ouïe
interne, ecc. h Cosi il celebre Lamennais nell’opera
che ultimamente pubblicava sotto il titolo di Esquisse
d’une Philosophie, live. 9, chap. 1.
trascendentali idealisti, vogliono debba mirare
a rendere il senso mistico e figurato
del sacro testo; se, cioè, si sentirà trasportato
piuttosto verso coloro che (concretizzando)
insegnano debba tal musica ridursi j
ad una pittura, se non teatrale, almeno
drammatizzata, anziché verso quelli che
vogliono all’opposto che (astraendo) debba
portare l’impronta, al modo di quella di |
Palestrina, di un carattere di vaga e (piasi
vaporosa indeterminata espressione; poco
infine importerà, e, sia qualunque la via
che gli piacerà scegliere e sopra ognuna
delle (piali si troverà in compagnia di nomi
famosi, sarà degno sempre di lode se nel suo
suono saprà solertemente sfuggire quelle
forme, quçi modi che posson servire a
sviare da Dio la mente dei fedeli raccolti
a pregare nel tempio; la mente di quei
fedeli che è suo ufficio sostenere, ajutare
con i suoi concenti nella loro preghiera.
Ma se ciò non gli concedo» le fiacche
forze, ed a pochi infatti può esser tanto
concesso, non contraffaccia almeno allo
scopo cui dovrebbe mirare, non si faccia i
ministro di distrazione, di depravazione
nella stessa casa di Dio 0),
Se ben si prenda a considerare la cosa,
che dovrà dirsi di quegli organisti che nel
corso delle sacre funzioni e nei momenti
più solenni del sacrifizio incruento altro
non san fare che andar parodiando i più
popolarmente favoriti motivi che siansi
uditi di fresco in teatro, non nelle opere
solo, ma nei balli perfino. E si contentassero
di parafrasarli, ma pretti pretti li
van ripetendo, con nausea di chiunque abbia,
non dico spirilo di religione, ma fiore
soltanto di senno. Intorno a che non credo
vi sarà chi voglia negare questo riprovevole
abuso dei più tra i moderni nostri
organisti; ma quando pure si volesse una
prova del brullo invalso costume, oltre
quella irrefragabile che tuttodì ce ne porgon
gli orecchi, bastano anche gli occhi a
somministrarcela se si getta lo sguardo sui
cataloghi dei nostri editori di musica: ivi.
alla rubrica Musica per Organo, di contro
a tre o quattro buone composizioni
scritte nel vero genere conveniente allo
islrumento ed alla sua sacra destinazione, 1
si vedranno stare dieci e dieci pezzi di
musica su cui brillano i titoli di pot-pourris
sopra i molivi della tal opera, di fantasie
sui temi del tal ballo, di pezzi teatrali
di ogni sorla ridotti, di marciate e
perfino di ballabili! Ballabile per organo!
bel titolo! specialmente se vi si aggiunge
da suonarsi alla benedizione nella
sacra funzione delle epiarant ore, o della
novena del Natale!!!
E cosa che non può negarsi, essere impossibile
che a quanti, per esempio, s’in- ।
chinano avanti all’ostia consacrata, o intendono
unirsi d’intenzione al ministro
celebrante nella comunione, allorquando
pei cristiani rinnuovasi il mistero dell ultima
cena o simboleggiasi il sacrificio del Golgota.
se udir facciausi melodie che in un
modo o nell’altro rammentino il teatro e
le sue seduzioni, è impossibile (io diceva)
non ritener per fermo che almeno per un
momento non debbano essi rimaner distratti
dai loro religiosi sentimenti. E chi
ci dice se tutti e sempre sapranno vincere
la distrazione, (piali e quante conseguenze
(1) Se le forze c<l il tempo non mi mancheranno,
delle scuole c dei sistemi diversi di trattare la musica
religiosa è mio intendimento discorrere in seguilo
in qualche articolo da inserirsi nei futuri fogli
di questa musicale periodica pubblicazione.
O
ne polran derivare? Or bene, non dovrà
essere al tribunale della ragione e a quello
di Dio responsabile forganista del male
di cu! fu prima cagione?
ÌXelI uso esclusivamente sacro che semo
pre dell organo si è fatto, un bel vantaggio
avevano gli organisti per isfuggire il
rischio che il loro suono deviar facesse i
fedeli da quelle idee che nutrir debbono
nel tempio. Era questa una fortuna che a
vermi altro istrumentisla era data. Infatti,
suonisi in chiesa il violino, la viola, il violoncello.
il flauto, l’oboe, o qualsivoglia
altro in somma dei numerosi strumenti
che spesso ingombrano più di quello arricchiscano
le moderne orchestre, la qualità
stessa del suono, indipendentemente
dal genere della musica che vien suonata,
può risvegliare in chi sente la idea del
teatro, della sala da ballo, dove quelli strumenti
ogni giorno si sentono: ma l’organo,
al contrario, non porta con se e per
sè stesso tal necessaria associazione d idee,
perchè sul suo suono nè al teatro si canta,
nè al balio si danza (1). Ma gli organisti,
anziché profittare di tal fortuna, si son
dati a tulf uomo a fare che il male sorgesse
appunto di là d onde meno si doveva
aspettare. E poderosi complici. abbenchè
innocenti, hanno trovato nei fabbricatori,
che per arricchire lo islrumento sono andati
ogni di più aumentando i registri d’istrnmentazione.
in specie quelli ad imitazione
dei varj strumenti da fiato: nè di
ciò contenti vi hanno introdotto i campanelli, i tamburi, e per fino la banda
turca. Vedi bell’accozzo: la banda turca
in un islrumento essenzialmente sacro e
cristiano! Tantoché il povero islrumento
così arricchito, o meglio snaturato, quasi
più non riconosce sè stesso, ed anziché la
sacra gravità della chiesa, nel complesso
dei suoi suoni ti presenta l’idea dello strepitare
di un campo di guerra. Né già, cosi
scrivendo, voglio asserire che tali moderni
ricchissimi organi non possano essere impiegati
convenientemente e a dovere da
un artista coscienzioso cd esperto; ma è
indubitato che tante pericolose ricchezze
rilasciate in balia dei guasti cervelli di
molli dei moderni organisti, dovevan esser
per loro un motivo di tentazione a scialacquarle
malamente. Innegabile è intanto
che un organo composto del solo pieno,
con buoni principali, che son 1 anima del
tutto, più forse un flauto, la enee umana,
il cornetto e le trombe, mentre presta ad
un buon suonatore bastanti mezzi per distinguersi.
non dà campo si largo nè incitamento
cotanto alle pazzie di uno dei
comuni profanatori del tempio.
Il vizio di andar suonando sull’organo
in chiesa molivi profani non è nuovo, ed
i Concili tanto ecumenici che particolari
hanno avuto a vietarlo formalmente più
volte: ma chi evvi ora che ne rammenti,
non che ne rispetti, i canoni disprezzati (2)?
(1) Se tal fiata s’introduce l’organo in teatro, lo si
fa per rappresentare qualche sacra cerimonia. E piuttosto,
in tal caso, il teatro che rammenta la chiesa,
di quello che la chiesa rammentar possa il teatro. Del
resto il caso avvien raramente e di freschissima data
è il costume.
(2) Non voglio tralasciare di trascriver qui ([nello
che su tal proposito vergava nella nota oliava della
seconda delle sue dotte dissertazioni musicali il famigerato
canonico Saniucci (Lucca, tip: Bellini, anno
1828): ivi n Vuoisi qui con tulio il rispetto rendere
avvisati alcuni de’ moderni compositori cd organisti a
rifletter pcr poco che trovansi nel sacro tempio, fra
le più auguste funzioni, in tempo del tremendo sacrifizio! Ma più forse i secondi, che i primi; mentre
con certe suonate loro predilètte sembra che invitino
©