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100 | Prime nozioni di Geografia fisica. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Geografia fisica, Geikie 1878.djvu{{padleft:108|3|0]]superficie sia lontana dal potersi chiamare immobile nemmeno per breve tempo. Anche durante la calma più piatta, quale si osserva sovente nei giorni d’estate, vi osserverete sempre un morbido ondeggiare: altre volte onde più vive corrono rotolando a frangersi sulle arene del lido, in lunghi cordoni di spume. Ma soffia il vento, scoppia la tempesta, e il mare sembra rimescolarsi fino al fondo, e le onde muggenti a guisa di mobili montagne, sormontate da creste schiumose, assalgono furibonde gli scogli, quasi minaccino di ingojare la terra.
218. Prescindendo però da qualunque impulso che il mare possa ricevere dai venti, supposta la calma più perfetta per mesi ed anni, voi non tardereste ad accorgervi che esso gode di un movimento particolare, di una specie di palpito, per cui alternatamente di sei in sei ore si alza e si abbassa, fluendo verso terra due volte in ventiquattro ore, e rifluendo in sè stesso altrettante nello stesso tempo. Questi movimenti alterni dì flusso e di reflusso si chiamano maree; quindi l’alta e la bassa marea.
219. Se voi prendete una bottiglia vuota e ben tappata e la buttate in mare, essa vi rimarrà galleggiante. Non vi aspettate tuttavia che essa stia ferma in quel posto; essa invece comincia a muoversi, portata chi sa dove lontano lontano, finchè venga rigettata su qualche spiaggia. Si conoscono delle bottiglie che, abbandonate nel bel mezzo dell’Oceano, furono poi raccolte altrove le mille miglia lontano. Questo movimento della superficie del mare corrisponde ordinariamente alla direzione dei venti dominanti.
220. Ma il mare non si muove soltanto alla superficie. Si è discorso alcun poco delle montagne di