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74 | Prime nozioni di Geografia fisica. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Geografia fisica, Geikie 1878.djvu{{padleft:82|3|0]]sipì, che ricevono lo scolo da vaste contrade, non si risentono gran fatto nè delle pioggie, nè delle siccità che possono aver luogo in una o in altra porzione del loro vasto recipiente.
168. In diverse parti del globo però, i fiumi sono più gonfi nell’estate e nell’autunno, che d’inverno e di primavera. Il Reno, per esempio, e il Po, crescono a preferenza col cominciare del caldo estivo, mentre presentano d’inverno le massime magre. La ragione sta nelle nevi che ricoprono le Alpi dove hanno le loro sorgenti. Le nevi si squagliano rapidamente d’estate e l’acqua che ne è prodotta discende a gonfiare i torrenti e i fiumi. Nell’inverno invece le nevi tengono duro; l’umidità sulle Alpi si condensa in neve, e il freddo è tale che i torrenti stessi talvolta si coprono di ghiaccio. Perciò povere escono le sorgenti e i fiumi si dimagrano.
169. Sommario. — Le notizie acquistate nel presente capitolo riguardano la circolazione delle acque. — Dalle regioni più elevate l’acqua discende sempre verso il mare. Però essa non si dilaga sopra tutta la superficie dei paesi, ma si raccoglie, formando i fiumi, che serpeggiando discendono sempre, fino a che si versano in mare. Dal mare si solleva continuamente il vapore acqueo, il quale si condensa in seno all’atmosfera e ricade sulla terra sotto forma di pioggia o di neve, che alimenta i fiumi, i quali l’acque ritornano al mare. Questa circolazione è perpetua.
vii. — lavoro dei torrenti e dei fiumi.
170. Il primo capitolo di questo libretto vi ha invitato ad osservare un fiume nel momento più fervido