Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
CANTO QUARTO. | 125 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gerusalemme liberata I.djvu{{padleft:145|3|0]]
XCV.
Ma se prima negli atti ella s’accorge
D’uom che tenti scoprir le accese voglie,
Or gli s’invola e fugge, ed or gli porge
756Modo onde parli, e in un tempo il ritoglie.
Così il dì tutto in vano error lo scorge,
Stanco e deluso poi di speme il toglie.
Ei si riman, qual cacciator, ch’a sera
760Perda alfin l’orma di seguita fera.
XCVI.
Queste fur l’arti, onde mill’alme e mille
Prender furtivamente ella poteo;
Anzi pur furon l’arme, onde rapille
764Ed, a forza, d’Amor serve le feo.
Qual maraviglia or fia, se’l fero Achille
D’Amor fu preda, ed Ercole, e Teseo;
S’ancor chi per Gesù la spada cinge,
768L’empio, ne’ laccj suoi talora stringe?