Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
CANTO SESTO. | 165 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gerusalemme liberata I.djvu{{padleft:189|3|0]]
XVII.
E poi che giunse alla regal presenza
Del Principe Goffredo, e de’ Baroni,
Chiese: o Signore, ai messaggier licenza
132Dassi tra voi di liberi sermoni?
Dassi, rispose il Capitano, e senza
Alcun timor la tua proposta esponi.
Riprese quegli: or si parrà, se grata
136O formidabil fia l’alta ambasciata.
XVIII.
E seguì poscia, e la disfida espose
Con parole magnifiche, ed altere.
Fremer s’udiro, e si mostrar sdegnose
140Al suo parlar quelle feroci schiere:
E senza indugio il pio Buglion rispose:
Dura impresa intraprende il cavaliere:
E tosto io creder vuò, che gliene incresca
144Sì, che d’uopo non fia che ’l quinto n’esca.
XIX.
Ma venga in prova pur, che d’ogn’oltraggio
Gli offero campo libero e sicuro;
E seco pugnerà senza vantaggio
148Alcun de’ miei campioni: e così giuro.
Tacque; e tornò il Re d’arme al suo viaggio
Per l’orme, ch’al venir calcate furo:
E non ritenne il frettoloso passo,
152Finchè non diè risposta al fier Circasso.