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6 LA GERUSALEMME

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XIV.


  Ali bianche vestì c’han d’or le cime,
Infaticabilmente agili e preste.
Fende i venti e le nubi, e va sublime
108Sovra la terra, e sovra il mar con queste.
Così vestito, indirizzossi all’ime
Parti del mondo il messaggier celeste:
Pria sul Libano monte ei si ritenne,
112E si librò sull’adeguate penne.

XV.


  E ver le piagge di Tortosa poi
Drizzò, precipitando, il volo in giuso.
Sorgeva il nuovo sol dai lidi Eoi,
116Parte già fuor, ma ’l più nell’onde chiuso:
E porgea mattutini i preghi suoi
Goffredo a Dio, come egli avea per uso;
Quando a paro col sol, ma più lucente,
120L’Angelo gli apparì dall’Oriente.

XVI.


  E gli disse; Goffredo, ecco opportuna
Già la stagion ch’al guerreggiar s’aspetta:
Perchè dunque trapor dimora alcuna
124A liberar Gerusalem soggetta?
Tu i Principi a consiglio omai raguna:
Tu al fin dell’opra i neghittosi affretta.
Dio per lor duce già t’elegge; ed essi
128Sopporran volontarj a te se stessi.

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