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CANTO SETTIMO. | 235 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gerusalemme liberata I.djvu{{padleft:261|3|0]]
CVII.
Ma duro ad impedir viengli il sentiero
E fero intoppo, acciocchè ’l corso ei tardi.
Si trova incontra Ormanno, e con Ruggiero
852Di Balnavilla, un Guido, e due Gherardi.
Non cessa, non s’allenta, anzi è più fero,
Quanto ristretto è più da que’ gagliardi;
Siccome, a forza, da rinchiuso loco
856Se n’esce e muove alte ruine il foco.
CVIII.
Uccide Ormanno, piaga Guido, atterra
Ruggiero infra gli estinti egro e languente.
Ma contra lui crescon le turbe, e ’l serra
860D’uomini e d’arme cerchio aspro e pungente.
Mentre, in virtù di lui, pari la guerra
Si mantenea fra l’una e l’altra gente;
Il buon Duce Buglion chiama il fratello,
864Ed a lui dice: or muovi il tuo drappello.
CIX.
E là dove battaglia è più mortale,
Vattene ad investir nel lato manco.
Quegli si mosse, e fu lo scontro tale
868Ond’egli urtò degli avversarj il fianco,
Che parve il popol d’Asia imbelle e frale;
Nè potè sostener l’impeto Franco
Che gli ordini disperde, e co’ destrieri
872L’insegne insieme abbatte, e i cavalieri.