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16 | LA GERUSALEMME |
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XLIV.
Gli uni e gli altri son mille: e tutti vanno
Sotto un altro Roberto insieme a stuolo.
Maggior alquanto è lo squadron Britanno:
348Guglielmo il regge al Re minor figliuolo.
Sono gl’Inglesi sagittarj, ed hanno
Gente con lor, ch’è più vicina al polo.
Questi dall’alte selve irsuti manda
352La divisa dal mondo ultima Irlanda.
XLV.
Vien poi Tancredi; e non è alcun fra tanti
(Tranne Rinaldo) o feritor maggiore,
O più bel di maniere e di sembianti,
356O più eccelso ed intrepido di core.
S’alcun’ombra di colpa i suoi gran vanti
Rende men chiari, è sol follia d’amore:
Nato fra l’arme, amor di breve vista,
360Che si nutre d’affanni, e forza acquista.
XLVI.
È fama che quel dì che glorioso
Fe’ la rotta de’ Persi il popol Franco:
Poichè Tancredi alfin vittorioso
364I fuggitivi di seguir fu stanco;
Cercò di refrigerio, e di riposo
All’arse labbia, al travagliato fianco:
E trasse, ove invitollo al rezzo estivo,
368Cinto di verdi seggj, un fonte vivo.