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304 | LA GERUSALEMME |
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XCVIII.
Come sentissi tal, ristette in atto
D’uom che fra due sia dubbio, e in se discorre
Se morir debba, e di sì illustre fatto,
780Colle sue mani, altrui la gloria torre;
O pur sopravanzando al suo disfatto
Campo, la vita in sicurezza porre.
Vinca (alfin disse) il Fato, e questa mia
784Fuga, il trofeo di sua vittoria sia.
XCIX.
Veggia il nemico le mie spalle, e scherna
Di novo ancora il nostro esiglio indegno;
Pur che di novo armato indi mi scerna
788Turbar sua pace, e ’l non mai stabil regno.
Non cedo io, nò: fia con memoria eterna
Delle mie offese, eterno anco il mio sdegno.
Risorgerò nemico ognor più crudo,
792Cenere anco sepolto, e spirto ignudo.