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CANTO DECIMO. 331

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LXXVII.


  E dritto è ben che, se ’l ver mira e ’l lume,
Ministri a Pietro i folgori mortali.
U’ per Cristo si pugni, ivi le piume
612Spiegar dee sempre invitte e trionfali:
Chè ciò per suo nativo alto costume
Dielle il Cielo, e per leggi a lei fatali.
Onde piace là su, ch’a questa degna
616Impresa, onde partì, chiamata vegna.

LXXVIII.


  Con questi detti ogni timor discaccia
Di Rinaldo concetto il saggio Piero.
Sol nel plauso comune avvien che taccia
620Il pio Buglione immerso in gran pensiero.
Sorge intanto la notte, e su la faccia
Della terra distende il velo nero.
Vansene gli altri, e dan le membra al sonno;
624Ma i suoi pensieri in lui dormir non ponno.



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