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CANTO PRIMO. | 25 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gerusalemme liberata I.djvu{{padleft:39|3|0]]
LXXI.
Il dì seguente, allor ch’aperte sono
Del lucido Oriente al Sol le porte,
Di trombe udissi, e di tamburi un suono,
564Ond’al cammino ogni guerrier s’esorte.
Non è sì grato ai caldi giorni il tuono,
Che speranza di pioggia al mondo apporte,
Come fu caro alle feroci genti
568L’altero suon de’ bellici instrumenti.
LXXII.
Tosto ciascun, da gran desio compunto,
Veste le membra delle usate spoglie:
E tosto appar di tutte l’arme in punto:
572Tosto sotto i suoi Duci ogn’uom s’accoglie.
E l’ordinato esercito congiunto
Tutte le sue bandiere al vento scioglie;
E nel vessillo imperiale e grande
576La trionfante Croce al ciel si spande.
LXXIII.
Intanto il Sol, che de’ celesti campi
Va più sempre avanzando, e in alto ascende,
L’armi percote, e ne trae fiamme e lampi
580Tremuli e chiari, onde le viste offende.
L’aria par di faville intorno avvampi,
E quasi d’alto incendio in forma splende;
E co’ feri nitriti il suono accorda
584Del ferro scosso, e le campagne assorda.