< Pagina:Gerusalemme liberata I.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

CANTO PRIMO. 27

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gerusalemme liberata I.djvu{{padleft:41|3|0]]

LXXVII.


  Quì del Monte Seir, ch’alto e sovrano
Dall’Oriente alla Cittade è presso,
Gran turba scese di fedeli al piano,
612D’ogni età mescolata, e d’ogni sesso.
Portò suoi doni al vincitor Cristiano:
Godea in mirarlo, e in ragionar con esso:
Stupia dell’armi peregrine: e guida
616Ebbe da lor Goffredo amica e fida.

LXXVIII.


  Conduce ei sempre alle marittime onde
Vicino il campo per diritte strade;
Sapendo ben che le propinque sponde
620L’amica armata costeggiando rade:
La qual può far che tutto il campo abbonde
De’ necessarj arnesi; e che le biade
Ogn’isola de’ Greci a lui sol mieta:
624E Scio pietrosa gli vendemmi, e Creta.

LXXIX.


  Geme il vicino mar sotto l’incarco
Dell’alte navi, e de’ più levi pini:
Sicchè non s’apre omai sicuro varco
628Nel mar Mediterraneo ai Saracini.
Ch’oltre a quei c’ha Giorgio armati, e Marco
Ne’ Viniziani, e Liguri confini;
Altri Inghilterra, e Francia, ed altri Olanda,
632E la fertil Sicilia altri ne manda.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.