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34 LA GERUSALEMME

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II.


  Questi or Macone adora, e fu Cristiano,
Ma i primi riti anco lasciar non puote;
Anzi sovente in uso empio e profano
12Confonde le due leggi a sè mal note.
Ed or dalle spelonche, ove, lontano
Dal volgo, esercitar suol l’arti ignote,
Vien nel pubblico rischio al suo Signore;
16A Re malvagio consiglier peggiore.

III.


  Signor, dicea, senza tardar sen viene
Il vincitor esercito temuto;
Ma facciam noi ciò che a noi far conviene;
20Darà il Ciel, darà il mondo ai forti ajuto.
Ben tu di Re, di duce hai tutte piene
Le parti, e lunge hai visto e provveduto.
S’empie in tal guisa ogn’altro i propri uficj,
24Tomba fia questa terra a’ tuoi nemici.

IV.


  Io quanto a me ne vengo, e del periglio,
E dell’opre compagno ad aitarte.
Ciò che può dar di vecchia età consiglio,
28Tutto prometto, e ciò che magica arte.
Gli Angeli che dal Cielo ebbero esiglio
Costringerò delle fatiche a parte.
Ma dond’io voglia incominciar gl’incanti,
32E con quai modi, or narrerotti avanti.

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