< Pagina:Gerusalemme liberata I.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
36 LA GERUSALEMME

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gerusalemme liberata I.djvu{{padleft:52|3|0]]

VIII.


  Ma come apparse in ciel l’alba novella,
Quel, cui l’immondo tempio in guardia è dato,
Non rivide l’immagine, dov’ella
60Fu posta, e invan cerconne in altro lato.
Tosto n’avvisa il Re, ch’alla novella
Di lui si mostra fieramente irato:
Ed immagina ben ch’alcun fedele
64Abbia fatto quel furto, e che se ’l cele.

IX.


  O fu di man fedele opra furtiva,
O pur il Ciel quì sua potenza adopra:
Che di colei ch’è sua Regina e diva,
68Sdegna che loco vil l’immagin copra:
Ch’incerta fama è ancor, se ciò s’ascriva
Ad arte umana, od a mirabil’opra.
Ben è pietà, che la pietade e ’l zelo
72Uman cedendo, autor sen creda il Cielo.

X.


  Il Re ne fa con importuna inchiesta
Ricercar ogni chiesa, ogni magione:
Ed a chi gli nasconde, o manifesta
76Il furto o il reo, gran pene, e premj impone.
E’l Mago di spiarne anco non resta
Con tutte l’arti il ver; ma non s’appone:
Chè ’l Cielo (opra sua fosse, o fosse altrui)
80Celolla, ad onta degl’incanti, a lui.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.