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CANTO TERZO. | 69 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gerusalemme liberata I.djvu{{padleft:87|3|0]]
V.
Al gran piacer che quella prima vista
Dolcemente spirò nell’altrui petto,
Alta contrizion successe, mista
36Di timoroso e riverente affetto.
Osano appena d’innalzar la vista
Ver la Città, di Cristo albergo eletto;
Dove morì, dove sepolto fue,
40Dove poi rivestì le membra sue.
VI.
Sommessi accenti, e tacite parole,
Rotti singulti, e flebili sospiri
Della gente, che in un s’allegra, e duole,
44Fan che per l’aria un mormorio s’aggiri;
Qual nelle folte selve udir si suole,
S’avvien che tra le frondi il vento spiri:
O quale infra gli scoglj, o presso ai lidi
48Sibila il mar, percosso, in rauchi stridi.
VII.
Nudo ciascuno il piè calca il sentiero;
Chè l’esempio de’ Duci ogni altro move.
Serico fregio o d’or, piuma o cimiero
52Superbo dal suo capo ogn’un rimove:
Ed insieme del cor l’abito altero
Depone, e calde e píe lagrime piove.
Pur, quasi al pianto abbia la via rinchiusa,
56Così parlando ogn’un se stesso accusa: