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CANTO DECIMOQUARTO. | 113 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gerusalemme liberata II.djvu{{padleft:131|3|0]]
LIII.
Quivi egli avendo l’arme sue deposto,
Indosso quelle d’un Pagan si pose:
Forse perchè bramava irsene ascosto
420Sotto insegne men note e men famose.
Prese l’armi la maga, e in esse tosto
Un tronco busto avvolse, e poi l’espose:
L’espose in riva a un fiume, ove doveva
424Stuol de’ Franchi arrivare; e ’l prevedeva.
LIV.
E questo antiveder potea ben ella,
Che mandar mille spie solea d’intorno;
Onde spesso del campo avea novella,
428E s’altri indi partiva, o fea ritorno;
Oltrechè con gli spirti anco favella
Sovente, e fa con lor lungo soggiorno.
Collocò dunque il corpo morto in parte
432Molto opportuna a sua ingannevol’arte.
LV.
Non lunge un sagacissimo valletto
Pose, di panni pastorai vestito:
E impose lui ciò ch’esser fatto o detto
436Fintamente doveva; e fu eseguito.
Questi parlò co’ vostri, e di sospetto
Sparse quel seme in lor, ch’indi nutrito
Fruttò risse e discordie, e quasi alfine
440Sediziose guerre e cittadine.