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198 | LA GERUSALEMME |
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LXXIV.
Enrico v’era, e Berengario: e dove
Spiega il gran Carlo la sua augusta insegna,
Par ch’egli il primo feritor si trove
588Ministro o capitan d’impresa degna.
Poi segue Lodovico: e quegli il move
Contra il nipote che in Italia regna:
Ecco in battaglia il vince, e ’l fa prigione.
592Eravi poi co’ cinque figlj Ottone.
LXXV.
V’era Almerico: e si vedea già fatto
Della Città, donna del Po, Marchese.
Devotamente il Ciel riguarda, in atto
596Di contemplante, il fondator di chiese.
D’incontro Azzo secondo avean ritratto
Far contra Berengario aspre contese:
Che dopo un corso di fortuna alterno
600Vinceva, e dell’Italia avea il governo.
LXXVI.
Vedi Alberto il figliuolo ir fra’ Germani,
E colà far le sue virtù sì note,
Che, vinti in giostra e vinti in guerra i Dani,
604Genero il compra Otton con larga dote.
Vedigli a tergo Ugon, quel ch’ai Romani
Fiaccar le corna impetuoso puote:
E che Marchese dell’Italia fia
608Detto, e Toscana tutta avrà in balía.