Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
240 | LA GERUSALEMME |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gerusalemme liberata II.djvu{{padleft:266|3|0]]
XCVIII.
E passa primo il ponte, ed impedita
Gli è a mezzo il corso dal Soldan la via.
Un picciol varco è campo ad infinita
780Virtù, che in pochi colpi ivi apparia.
Grida il fier Solimano: all’altrui vita
Dono e consacro io quì la vita mia.
Tagliate, amici, alle mie spalle or questo
784Ponte: chè quì non facil preda i’ resto.
XCIX.
Ma venirne Rinaldo, in volto orrendo,
E fuggirne ciascun vedea lontano.
Or che farò? se quì la vita spendo,
788La spando, disse, e la disperdo invano.
E in se nove difese anco volgendo,
Cedea libero il passo al Capitano,
Che minacciando il segue, e della santa
792Croce il vessillo in su le mura pianta.
C.
La vincitrice insegna in mille giri
Alteramente si rivolge intorno:
E par che in lei più riverente spiri
796L’aura, e che splenda in lei più chiaro il giorno:
Ch’ogni dardo, ogni stral che in lei si tiri,
O la declini, o faccia indi ritorno:
Par che Sion, par che l’opposto monte
800Lieto l’adori, e inchini a lei la fronte.