< Pagina:Gerusalemme liberata II.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
244 LA GERUSALEMME

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gerusalemme liberata II.djvu{{padleft:272|3|0]]

II.


  Ma sovra ogni altro feritore infesto
Sovraggiunge Tancredi e lui percote.
Ben è il Circasso a riconoscer presto,
12Al portamento agli atti all’arme note,
Lui che pugnò già seco, e ’l giorno sesto
Tornar promise, e le promesse ir vote.
Onde gridò: così la fe, Tancredi,
16Mi servi tu? così alla pugna or riedi?

III.


  Tardi riedi, e non solo. Io non rifiuto
Però combatter teco, e riprovarmi;
Benchè non qual guerrier, ma quì venuto
20Quasi inventor di machine tu parmi.
Fatti scudo de’ tuoi: trova in ajuto
Novi ordigni di guerra, e insolite armi;
Chè non potrai dalle mie mani, o forte
24Delle donne uccisor, fuggir la morte.

IV.


  Sorrise il buon Tancredi un cotal riso
Di sdegno, e in detti alteri ebbe risposto:
Tardo è il ritorno mio; ma pur avviso
28Che frettoloso e’ ti parrà ben tosto:
E bramerai che te da me diviso
O l’alpe avesse, o fosse il mar frapposto;
E che del mio indugiar non fu cagione
32Tema o viltà, vedrai col paragone.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.