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272 | LA GERUSALEMME |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gerusalemme liberata II.djvu{{padleft:300|3|0]]
LXXXVI.
Già eran giunti in parte assai romíta:
E già sparian le Saracine tende;
Quando ei le disse: or dì come alla vita
684Del pio Goffredo altri l’insidie tende.
Allor colei della congiura ordita
L’iniqua tela a lui dispiega e stende.
Son (gli divisa) otto guerrier di Corte,
688Tra’ quali il più famoso è Ormondo il forte.
LXXXVII.
Questi (che che lor mova, odio o disdegno)
Han conspirato, e l’arte lor fia tale:
Quel dì che in lite verrà d’Asia il regno,
692Tra’ duo’ gran campi in gran pugna campale;
Avran su l’arme della Croce il segno,
E l’arme avranno alla Francesca: e quale
La guardia di Goffredo ha bianco e d’oro
696Il suo vestir, sarà l’abito loro.
LXXXVIII.
Ma ciascun terrà cosa in su l’elmetto,
Che noto a’ suoi per uom Pagano il faccia.
Quando fia poi rimescolato e stretto
700L’un campo e l’altro, elli porransi in traccia,
E insidieranno al valoroso petto,
Mostrando di custodi amica faccia.
E ’l ferro armato di veleno avranno,
704Perchè mortal sia d’ogni piaga il danno.