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294 LA GERUSALEMME

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XIV.


  O de’ nemici di Gesù flagello,
Campo mio domator dell’Oriente;
Ecco l’ultimo giorno: eccovi quello
108Che già tanto bramaste omai presente.
Nè senza alta cagion, che’l suo rubello
Popolo in un s’accoglia, il Ciel consente.
Ogni vostro nimico ha quì congiunto,
112Per finir molte guerre in un sol punto.

XV.


  Noi raccorrem molte vittorie in una:
Nè fia maggiore il rischio o la fatica.
Non sia, non sia tra voi temenza alcuna
116In veder così grande oste nemica:
Chè, discorde fra se, mal si raguna:
E negli ordini suoi se stessa intrica.
E di chi pugni il numero fia poco;
120Mancherà il core a molti, a molti il loco.

XVI.


  Quei che incontra verranci, uomini ignudi
Fian per lo più, senza vigor, senz’arte;
Che dal lor ozio, o dai servili studj
124Sol violenza or allontana e parte.
Le spade omai tremar, tremar gli scudi,
Tremar veggio le insegne in quella parte:
Conosco i suoni incerti, e i dubbj moti:
128Veggio la morte loro ai segni noti.

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