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302 LA GERUSALEMME

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XXXVIII.


  Tal fean de’ Persi strage: e via maggiore
La fea de’ Franchi il Re di Sarmacante:
Ch’ove il ferro volgeva o ’l corridore,
300Uccideva, abbattea cavallo o fante.
Felice è quì colui che prima more,
Nè geme poi sotto il destrier pesante;
Perchè il destrier (se dalla spada resta
304Alcun mal vivo avanzo) il morde e pesta.

XXXIX.


  Riman da i colpi d’Altamoro ucciso
Brunellone il membruto, Ardonio il grande.
L’elmetto all’uno e ’l capo è sì diviso,
308Ch’ei ne pende sugli omeri a due bande.
Trafitto è l’altro insin là dove il riso
Ha suo principio, e ’l cor dilata e spande:
Talchè (strano spettacolo ed orrendo!)
312Ridea sforzato, e si moria ridendo.

XL.


  Nè solamente discacciò costoro
La spada micidial dal dolce mondo;
Ma spinti insieme a crudel morte foro
316Gentonio, Guasco, Guido, e ’l buon Rosmondo.
Or chi narrar potria quanti Altamoro
N’abbatte, e frange il suo destrier col pondo?
Chi dire i nomi delle genti uccise?
320Chi del ferir, chi del morir le guise?

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