Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
24 | LA GERUSALEMME |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gerusalemme liberata II.djvu{{padleft:36|3|0]]
LXVIII.
Così della battaglia or quì lo stato
Col variar della fortuna è volto;
E in questo mezzo il Capitan piagato
540Nella gran tenda sua già s’è raccolto,
Col buon Sigier, con Baldovino a lato,
Di mesti amici in gran concorso e folto.
Ei che s’affretta, e di tirar s’affanna
544Della piaga lo stral, rompe la canna.
LXIX.
E la via più vicina e più spedita
Alla cura di lui vuol che si prenda:
Scoprasi ogni latébra alla ferita,
548E largamente si risechi e fenda.
Rimandatemi in guerra, onde finita
Non sia col dì, prima ch’a lei mi renda.
Così dice; e premendo il lungo cerro
552D’una gran lancia, offre la gamba al ferro.
LXX.
E già l’antico Erotimo, che nacque
In riva al Po, s’adopra in sua salute:
Il qual dell’erbe e delle nobil’ acque
556Ben conosceva ogni uso, ogni virtute:
Caro alle Muse ancor; ma si compiacque
Nella gloria minor dell’arti mute:
Sol curò torre a morte i corpi frali,
560E potea far i nomi anco immortali.