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CANTO VIGESIMO. | 337 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gerusalemme liberata II.djvu{{padleft:367|3|0]]
CXLIII.
Tace; ed a’ suoi custodi in cura dallo,
E segue il corso poi de’ fuggitivi.
Fuggon quegli ai ripari, ed intervallo
1140Dalla morte trovar non ponno quivi.
Preso è repente, e pien di strage il vallo:
Corre di tenda in tenda il sangue in rivi,
E vi macchia le prede, e vi corrompe
1144Gli ornamenti barbarici e le pompe.
CXLIV.
Così vince Goffredo; ed a lui tanto
Avanza ancor della diurna luce,
Ch’alla Città già liberata, al santo
1148Ostel di Cristo i vincitor conduce.
Nè pur deposto il sanguinoso manto,
Viene al tempio con gli altri il sommo Duce:
E quì l’arme sospende: e quì devoto
1152Il gran sepolcro adora, e scioglie il voto.
FINE.