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CANTO DUODECIMO. | 47 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gerusalemme liberata II.djvu{{padleft:61|3|0]]
XLVII.
Due squadre de’ Cristiani intanto al loco
Dove sorge l’incendio accorron pronte.
Minaccia Argante: io spegnerò quel foco
372Col vostro sangue, e volge lor la fronte.
Pur ristretto a Clorinda appoco appoco
Cede, e raccoglie i passi a sommo il monte.
Cresce più che torrente a lunga pioggia
376La turba, e li rincalza, e con lor poggia.
XLVIII.
Aperta è l’aurea porta, e quivi tratto
È il Re, ch’armato il popol suo circonda,
Per raccorre i guerrier da sì gran fatto,
380Quando al tornar fortuna abbian seconda.
Saltano i due sul limitare, e ratto
Diretro ad essi il Franco stuol v’inonda.
Ma l’urta e scaccia Solimano: e chiusa
384È poi la porta, e sol Clorinda esclusa.
XLIX.
Sola esclusa ne fu, perchè in quell’ora
Ch’altri serrò le porte, ella si mosse:
E corse, ardente e incrudelita, fuora
388A punir Arimon che la percosse.
Punillo; e ’l fero Argante avvisto ancora
Non s’era ch’ella sì trascorsa fosse:
Chè la pugna e la calca e l’aer denso
392Ai cor togliea la cura, agli occhj il senso.