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68 | LA GERUSALEMME |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gerusalemme liberata II.djvu{{padleft:84|3|0]]
II.
Sorge non lunge alle Cristiane tende
Tra solitarie valli alta foresta,
Foltissima di piante antiche orrende
12Che spargon d’ogn’intorno ombra funesta.
Quì nell’ora che ’l Sol più chiaro splende,
È luce incerta e scolorita e mesta;
Quale in nubilo Ciel dubbia si vede,
16Se ’l dì alla notte, o s’ella a lui succede.
III.
Ma quando parte il Sol, quì tosto adombra
Notte, nube, caligine, ed orrore
Che rassembra infernal, che gli occhj ingombra
20Di cecità, ch’empie di tema il core.
Nè quì gregge od armenti, a’ paschi all’ombra
Guida bifolco mai, guida pastore:
Nè v’entra peregrin, se non smarrito,
24Ma lunge passa, e la dimostra a dito.
IV.
Quì s’adunan le streghe, ed il suo vago
Con ciascuna di lor, notturno, viene:
Vien sovra i nembi, e chi d’un fero drago,
28E chi forma d’un irco informe tiene.
Concilio infame, che fallace imago
Suol allettar di desiato bene
A celebrar con pompe immonde e sozze
32I profani conviti e l’empie nozze.