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80 | LA GERUSALEMME |
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XXXVIII.
Alfine un largo spazio in forma scorge
d’Anfiteatro: e non è pianta in esso;
Salvo che nel suo mezzo altero sorge,
300Quasi eccelsa piramide, un cipresso.
Colà si drizza; e, nel mirar, s’accorge
Ch’era di varj segni il tronco impresso,
Simili a quei che in vece usò di scritto
304L’antico già misterioso Egitto.
XXXIX.
Fra i segni ignoti, alcune note ha scorte
Del sermon di Soria ch’ei ben possiede.
O tu che dentro ai chiostri della morte
308Osasti por, guerriero audace, il piede;
Deh, se non sei crudel quanto sei forte,
Deh non turbar questa secreta sede.
Perdona all’alme omai di luce prive:
312Non dee guerra co’ morti aver chi vive.
XL.
Così dicea quel motto; egli era intento
Delle brevi parole ai sensi occulti.
Fremere intanto udia continuo il vento
316Tra le frondi del bosco, e tra i virgulti:
E trarne un suon che flebile concento
Par d’umani sospiri e di singulti:
E un non so che confuso instilla al core
320Di pietà, di spavento, e di dolore.