Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 105 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu{{padleft:107|3|0]]
In meno di un quarto d’ora, i ragazzi aveano infatti esaurita la loro provvisione di pillole; e buona parte dei forestieri, confortato lo stomaco dai sughi efficaci, erano usciti dal Caffè, ciascuno col suo rotolo di guttaperca sotto braccio, che doveva trasformarsi in camera o in palazzo ammobigliato.
CAPITOLO VII.
L'uomo alato di Fourrier.
Mentre Rousseau usciva dall’emiciclo, entravano dalla porta Orientale tre nuovi personaggi, i quali dopo breve ricambio di saluti, sedettero presso Raspail. Erano tre primati del dipartimento francese: Virey, Michelet e Fourrier, celebri innovatori o piuttosto trasformatori della scienza zoologica.
Michelet era seguito da due magnifiche tigri, sommesse e docili come cani di Terranuova. Le due fiere dell’africano deserto, ammansate da quella forza simpatico— magnetica che Dio ha dato all’uomo quando lo istituì signore del creato, si sdraiarono sul pavimento facendo sgabello del dorso ai piedi del potente domatore. Alla vista delle ammirabili belve, quanti sedevano nell’emiciclo si alzarono mandando un grido di sorpresa. Da oltre dieci anni, i leoni, le iene, gli orsi ed altri animali, che ai tempi andati si chiamavano feroci, soggiogati dal magnetismo e raddolciti dalla educazione, viveano famigliarmente coll’uomo. La sola tigre avea resistito alla potenza dell’elettrico animale, sfidando il coraggio e l’im-