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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu{{padleft:122|3|0]] due cuori che si amano, ma difficilmente un cittadino della Confederazione Europea si trova in grado di passare alla conferma coniugale, prima di aver compiuto gli studi universitari e gli esercizi dell’agro. Le fanciulle si compiacciono di questi ritardi, ed è orgoglio per esse poter dire: il mio è stato fedele per tanti anni senz’avere altri vincoli che quelli della propria coscienza! E tu forse, mia buona Fidelia, tu vagheggiavi questa prova di sentimento, che ha pure le sue dolcezze sublimi! — Tu non riesci a comprendere perché io voglia sì presto rinunziare a questa ineffabile voluttà che deriva dall’amore di una vergine. — Se tu non mi avessi generosamente dispensato dal confessarti le mie colpe, ora non avrei mestieri di spiegarti le mie impazienze. Ti basti sapere che la mia giovinezza non trascorse. come quella dei fratelli, nel severo esercizio degli studi, nell’operoso lavoro dei campi. Io fui esentato dalla coscrizione agraria, per una eventualità dolorosa... che ormai debbo tacerti, poiché tu bramasti di ignorarla. Quei cinque anni per me furono lunghi, segnati di incredibili angosce; all’agro, il cittadino corrobora la sua giovinezza; io, precorrendo le esperienze della vita, ho abbreviato il mio avvenire. Che è mai l’esistenza di un uomo ai tempi nostri? Per chi non esca dalla strada comune, la vita finisce a ventisei anni, o a trenta, al più tardi. Per me, trascinato dalla sventura in una carriera eccezionale, il mondo non ha più attrattive fuor quelle della solitudine e dell’amore.

«In meno di dieci anni, noi apprendiamo tutta la scienza vera — in meno di due mesi, per mezzo dei palloni aerei, noi vediamo tutto il globo nella sua vasta circonferenza, noi conosciamo i costumi di tutti i popoli; nulla più ci resta a sapere. Io aspirava alla gloria, alla ricchezza — ed ecco, mi chiamano primate dell’intelli-

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