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— Nella mia qualità di Capo di Sorveglianza, io dovrei conoscere tutti i cittadini che entrano nel circuito del mio Dipartimento; ma pure, dopo l’attivazione di quella malaugurata locomotiva dell’aria, vi confesso, onorevole Proposto, che mi riesce oltremodo difficile assumere su tutti delle informazioni complete...

— Non vi ricorda come or fanno cinque anni e pochi mesi, un giovane, che a quell’epoca si chiamava Secondo Albani, fosse implicato in un processo... in un processo... che fece inorridire la città tutta intera...? io spero che voi m’intendiate... che non vorrete obbligarmi ad esporre certi fatti...

— Fatti... orribili... atroci...

— Voi dunque... vi sovvenite...?

— In verità... nella mia qualità di cittadino... io dovrei...

— Comprendo i vostri scrupoli, mio eccellentissimo...

— Un capo di Sorveglianza...

— Deve necessariamente tener nota di certe precedenze...

— Le quali, in caso di recidiva, o di sospetto...

— Potrebbero fornire... argomenti...

— E servire come prove o titoli aggravanti...

— A meraviglia...! Io vedo che non occorrono altri discorsi... Voi siete una perla d’impiegato.!...

— Gran Proposto, voi mi onorate di troppo!

I due funzionari si alzarono come due automi, si ricambiarono un profondo inchino, poi ripresero il loro posto.

Dopo breve silenzio, il Berretta uscì fuori con una domanda risoluta, colla quale egli sperava abbreviare quel disgustoso colloquio.

— Torresani!... Io farei torto al vostro acume, alla vostra perspicacia, e, aggiungiamolo pure, alla vostra

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