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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu{{padleft:136|3|0]]
— Molta sorveglianza...
— Una sorveglianza perenne, insistente, minuziosa...
— Importuna...
— Irritante...
— Accanita...
— Accanita!... Ecco la vera parola, onorandissimo signor prefetto...
— Gran Proposto... se vi piace!...
— I lapsus linguæ son contagiosi... Vi chieggo mille perdoni!...
— In un mese... anche l’uomo più onesto può commettere delle azioni...
— Nefande!... Il giusto pecca sette volte all’ora, dicono i preti riformati, i preti della vecchia portavano la cifra a settanta volte sette!...
— Voi dunque credete?...
— Io credo che in due linee di scritto si trovino sempre dieci capi di accusa per far condannare un imbecille, così l’uomo il più astuto, e diciamolo pure, il più onesto, dopo un mese di sorveglianza fatta a dovere...
— Fatta da voi, mio buon Torresani...
— O da’ miei incaricati...
— È un uomo posto fuori dalla legge...
— Un uomo... impossibile!
Il Gran Proposto e il Capo di Sorveglianza si levarono in piedi con moto simultaneo, e si strinsero la mano come due cospiratori.
— Io sono orgoglioso di avervi perfettamente indovinato — disse il Torresani con affettata compunzione. — Ormai ogni altra parola sarebbe superflua; convien mettersi in moto e agire prontamente... Il nostro uomo è partito per Costantinopoli; di là, fra una settimana, dovrà recarsi a Pietroburgo... Prima ch’egli ci sfugga, bisogna mettergli a fianco due dei nostri... due buoni