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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu{{padleft:235|3|0]] città capitalissima — l’illustre, il benemerito, il grande, l’immortale nostro concittadino Berretta non è più! Al momento di abbandonare per sempre la sua diletta Milano, quel nobile cuore si è spezzato...di angoscia».
— Povero Berretta! — esclama il Pestalozza; — vero galantuomo!...vero patriota!...
— E una testa! — soggiunge il Pirotta, — una di quelle teste...
— E galantuomo, perdio!
— Uomini che non dovrebbero morir mai!
— Ma Milano farà il suo dovere.
— Apriamo subito una sottoscrizione per erigergli un monumento...
— Approvato! — gridarono molte voci.
— Io proporrei...
— Sentiamo! tu proporresti?...
— Che i Milanesi facessero pubblica e solenne riparazione dei loro torti verso l’illustre estinto, rieleggendolo alla carica di Gran Proposto.
— Sarebbe una dimostrazione degna di noi. L’illustre estinto aveva troppo buon senso per opporsi alla adottazione del caffè igienico fico—patata... Proporrò la nomina al Circolo dei droghieri...
— Frattanto sottoscriviamo! Olà! penna, calamaio! e avanti a chi tocca!
I circostanti si affollano intorno al Pirotta, e mentre, inneggiando al defunto, tutti gareggiano nell’offrir denaro pel monumento, i due Primati prendono a parlare fra loro sommessamente.
— Ecco un altro cittadino benemerito, a cui verrà resa giustizia quando i suoi compatrioti non vedranno più in lui che un uomo di Pietra! — mormora il giovane Foscolo.
— Il volgo fu sempre volgo — risponde il Primate Al-