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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu{{padleft:288|3|0]] porla e si rechi immediatamente con quella sul campo del disordine.
In meno ch’io ve lo dica, la Commissione era costituita, e gli onorevoli potevano, di là a pochi istanti, contemplare da una volante di prima classe, uno spettacolo non più veduto; il più vasto ondulamento di massi nevosi che immaginare si possa, popolato e stipato di gente come nol fu mai un teatro di capitale in una serata di prima rappresentazione.
Perché si era adunata quella gente?
Di qua si gridava: morte a Cardano! morte al rapitore di faciulli!
Di là si muggiva: viva Cardano! viva la libera scienza!
Chi sviscera i gruppi, chi riproduce gli episodi di quella scena tumultuosa e fantastica?
Ciò che a noi preme, è di raggiungere i principali personaggi del nostro dramma e di assistere alle estreme peripezie (ohimè! estreme per essi e per tutti) della loro travagliata esistenza.
Eccoli! L’Albani giungendo sul luogo, è riuscito, seguendo le indicazioni di Rondine e Lucarino, a calare sulla tettoia del palazzo di cristallo. Altri padri, esasperati dalla disparizione de’ figli, erano accorsi ad abbattere con martelli e picconi l’infame edilizio.
Una breccia era aperta...
Cardano, vedendosi perduto, si disponeva a fuggire traendo seco l’immolata. Quell’uomo amava Glicinia disperatamente, come il mostro soltanto può amare ciò che è bello e perfetto. Mentre egli stava per sciogliere la slitta, dove aveva collocata la sua donna, l’Albani gli fu sopra, gli spaccò il cranio con un colpo di mazza, e stesa la mano a Glicinia, se la attirò al petto per abbracciarla e coprirla di baci.
Sul corpo quasi esanime di Cardano si curvò un uomo