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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu{{padleft:39|3|0]] vimento, il loro sviluppo — completiamo tutte le aspirazioni dell’epoca nostra traducendole in fatti; l’avvenire non avrà più segreti per noi. La nostra istoria potrà ingannarsi nelle date. — Cosa sono le date? — Una divisione convenzionale del tempo indivisibile. Che importa se gli avvenimenti non sieno numerizzati e disposti a rubriche come le cartelle del notaio? Non basta il saperli veri, necessariamente esatti come il prodotto di una addizione, come la logica di un calcolo algebrico?
«Osiamo dunque!... Poichè la definizione mi sfugge; poichè il verbo si rifiuta ad esprimere l’idea — sforziamoci di tradurla in una serie di fatti!
«Che è mai l’Abrakadabra se non il programma, lo scheletro di tutta la istoria umana? Completiamolo — riempiamo le lacune, vestiamolo di muscoli e di nervi! Ch’egli si muova, si agiti, precorra gli spazii dell’avvenire!... Tutti lo riconosceranno, lo comprenderanno, e l’umanità dovrà arrendersi all’evidenza del suo concetto...»
CAPITOLO VI.
Eureka!
Il signore aveva trovato. Snodò le mani dalla fronte, prese un gran foglio di carta, e in mezzo a quello disegnò con la penna la figura cabalistica del suo concetto: