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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu{{padleft:64|3|0]] e l’impotente cooperazione di tutte le forze animate e materiali che si associano per tradurli in fatto, ci obbligherebbero a chiamar questo il vero secolo d’oro, l’era preconizzata della felicità universale, se...

Questo se è il punto nero di tutti i tempi, di tutte le storie umane. Noi lo vedremo disegnarsi, prender corpo, agitarsi nella nuova epoca, mischiarsi a tutte le sue aspirazioni, a tutte le sue feste, a’ suoi trionfi, per gridarle eternamente: «il secolo peggiore e il secolo migliore per l’umanità non esistono!»

Ma prima che si rivelino i dolori latenti, illudiamoci ancora un istante su questa superficie di bene.

CAPITOLO IX.

Il prete e la donna.

Il secolo ventesimo è eminentemente spiritualista.

Un secolo di temperamento nervoso, di umore ipocondriaco — sentimentale fino alla affettazione.

Un secolo che abusa di fantasia, che stravizza nello studio e nella operosità, che si strugge dietro l’ideale di una perfezione impossibile.

Un secolo che delira di ascetismo e di amore.

Il prete e la donna, come nel medio evo, rappresentano le figure predominanti di questa nuova società, che intenderebbe sublimarsi emancipandosi da ogni istinto materiale.

Dopo la riforma religiosa, che ebbe principio colla di-

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