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146 Giro del Mondo

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. IV.djvu{{padleft:170|3|0]]fosser giammai fatte. La prudenza voleva, che i Cinesi chiudessero i passi di maggior rischio. Ma quel, che affatto mi sembrò da ridere, fu a vedere il muro tratto ancor sino alle cime d’un’altissimo, e straripevol monte, ove appena vi direbbero appiccati i picchi: non che montar vi potesse la cavalleria Tartara per entrar nel paese. E se pur eglino si persuadevano, che coloro aggrappandosi per balze, e dirupi vi potrebber passare, sciocca certamente doveva esser poi la lor credenza a giudicare, che quivi da un sì basso muro potrebbe la burbanza di coloro esser arrestata.

Stupìj non poco a considerar, che quivi fossero stati maestri sì eccellenti, per trarvi sù cotanti fornimenti da fabbricare, e porgli in opra: che certamente senza infinita spesa, e fatica, non potè farsi in lungo tempo. Si dice, che sotto il Regno dell’Imperador Cinese questa famosa muraglia era guardata per un milion di Soldati; al presente, per essere Sovrano d’una gran parte della Tartaria, si contenta l’Imperador Tartaro tenervi sol buone guarnigioni ne’ passaggi più aperti, e ne’ meglio fortificati.


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