< Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. IV.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
350 Giro del Mondo

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. IV.djvu{{padleft:376|3|0]]ca, accostumandosi dalla tenera età a portar in ispalla un legno, con ugual peso nelle due punte, da giorno in giorno maggiore, a misura che s’avanzano in età; fatica, dalla quale non sono esenti ne anche le povere Contadine, che oltre i servigi donneschi, zappano la terra, e fanno le facchine. Nelle barche elleno remano, o tirano come tante cavalle la corda; pescano, e fanno quanto può fare un marinajo, con tutto il peso dei figlio, che con una fascia, portano appeso alle spalle; e alla fine della giornata, la lor cena non è altro, che un poco di riso cotto, e la bevanda una decozione d’erbe silvestri, in luogo del Cià.

Usano un’artificiosa pignata, per cucinare, nella quale l’acqua va all’intorno, e’l fuoco stà nel mezzo; sicchè qualsivoglia cosa si cuoce con minor tempo, minore spesa, e meno fatica. Non avendo materiali, per far buoni vetri, gli fanno (com’è detto altrove) di riso, e di più vaghi colori. Hanno inventato una tavoletta, con alcune pallottole di legno infilzate, per sommare, sottrarre, moltiplicare, e partire; e se ne servono con maggior prestezza, che non calcolerebbe il miglior Aritmetico Europeo. Per contar le mo-


ne-     

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. IV.djvu{{padleft:376|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.