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XXV

Com’era Firenze


L’aspetto della città − Il birro Chiappini − La pulizia delle strade e i forzati − Sorveglianza dei pompieri − Inconvenienti − L’illuminazione pubblica − Polizia mortuaria − Il palazzo Borghese − L’architetto Gaetano Baccani - Un concorso — La prima festa nel palazzo Borghesi − La granduchessa Baciocchi e tre giovani artisti − Don Camillo Borghesi patrizio fiorentino − La demolizione dell’arco di Santa Trinità − Gli architetti Cacialli e Baccani − Il Cinci pontaio − Bontà d’animo di Ferdinando III − La luminara alla Sardigna − Allargamento della Piazza del Duomo − Apertura di nuove strade.

L’interno della città, per quanto a quei tempi potesse dirsi una delle più pulite e decenti d’Italia, era molto diverso da quello che è presentemente. Basti dire che nel piazzale degli Uffizi si faceva il mercato dei cavalli e dei puledri, e sulla Piazza di Santa Maria Novella quello giornaliero della paglia e del carbone, che a soma, sui somari, si contrattava poi al minuto alle case: e prima si faceva nientemeno sulla Piazza di San Giovanni! Gli erbaggi, i cocomeri, i poponi, ecc. si contrattavano ogni giorno sulla Piazza degli Strozzi, detta anche delle Cipolle, perchè in antico vi si faceva unicamente il mercato di quell’ortaggio. Ma per i reclami fatti nel 1826 dal duca Don Ferdinando e dal conte Filippo Strozzi, il Presidente del Buon Governo destinò per il mercato degli erbaggi la predetta Piazza di Santa Maria Novella vecchia, che divenne così la babilonia dei mercati.

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