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xxviii.

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Di denti acuti era ciascuno armato,
  Ed eran questi la sua spada, e lancia;
  60Lo schioppo ancor non erasi inventato.

S’incominciaro a sbudellar la pancia
  L’un dopo l’altro, e per due mesi intieri
  63Equilibrò Vittoria la bilancia.

Proteggea Marte que’ polputi, e neri,
  Gli agili proteggeva il Dio Nettuno,
  66E Bacco i men silvestri, e i meno altieri.

Ma in fra que’ Paladini alzossen’uno,
  Che fin metteva a così lunga festa,
  69Facendo un repulisti di ciascuno;

Quando fuor del terren sparsa la testa
  Di polve immonda uscì Madre Natura,
  72E disse: ah Giove, che matteria è questa?

Se manca il Porco, io veggio addiritura
  Il miser’Uom a carestia soggetto,
  75Veggio, Signor, che a mille guai non dura.

Disse, e Giove provvide, appena detto,
  Col fulminar quell’infelice Amante
  78Di tanto scempio sconsigliato effetto.

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