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Nessun timor tue degne imprese arresti,
  Questo è il fin de’ travagli, e Ascanio il figlio
  123Fia che dopo trent’anni quì sen resti.

Gli Dei son paghi, del Divin consiglio
  Che in tuo sollievo si dichiara, avrai
  126Prove evidenti nell'aprir del ciglio.

Accolta sotto un’Elce troverai
  Candida Scroffa, e alle sue poppe appresso
  129Trenta bianchi suoi Parti ancor vedrai.

Il segno è quel, che un giorno Ascanio istesso
  Fonderà d’Alba il memorabil Regno,
  132Vinta l'Invidia, e l'Oppressore oppresso.

Tacque, e a suo tempo si avverò quel segno;
  Ti ringalluzza, o Porco mio, che sei
  135De' Numi i ciechi arcan di adombrar degno.

Potean valersi d’altre bestie i Dei,
  D'Aquila, di Colomba, ovver di Toro,
  138A lor già cari, o de' sagrati Augei.

Tu fosti il sol tra quell'immenso Coro,
  Forse che in Terra tu gli avrai sfamati
  141Quando tante zizzanie ardean tra loro;

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