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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:107|3|0]]della consorte, nella compagnia de’ suoi figli, nelle sollecitudini pel loro sostentamento, la contentezza dell’animo ch’egli aveva indarno cercata ad altri climi.
Quand’io esco, la mattina, al far dell’alba, e vo pellegrino al mio Wahlheim, a cogliere piselli nel giardino della locanda, e mi sdraio sull’erba, e me li vo sbaccellando, tra un libro e l’altro del padre Omero; quand’io corro all’armadio a scegliermi il mio vasellino, e piglio il burro, e seggo ad ammannire al fuoco i piselli còlti, e a quando a quando li dimeno perchè non mi si abbrucino — allora intendo la pittura degli insolenti drudi di Penelope, infervorati a macellar porci e buoi ed a scuoiarli e arrostirli. Nulla mi riempie tanto di profondo sentire il cuo-