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UNA PAROLA
DEL TRADUTTORE ITALIANO
preposta all’edizione del 1858.
A empir lacune, a spianare il senso di qualche passo non abbastanza evidente; a rilevare, dov’era necessario, la diversità d’indole che corre tra la nazione dell’autore e quella del traduttore, affinchè il lettore italiano non fosse tratto a prorompere in giudizii, falsati dalla diversità del sentire; a giustificare ed a scolpare, infine, altre cose che accennano alla parte materiale della traduzione, si sono immaginate le note, che il lettore vedrà a’ loro luoghi. Un simile esempio è raro in un romanzo; e, in un romanzo appassionato, dove la forma epistolare e i modi concitati dello stile non sof-
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