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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:131|3|0]]duto ad un uomo, che, avendo certo acume d’ingegno, m’immaginava lo accompagnasse a qualche dose di cuore. Pazzo ch’io sono! un nuovo inganno. Biasimò la Carlotta; disse che ai fanciulli non s’ha mai a fare credere alcuna cosa che non sia reale, perchè in quel modo si vengono radicando in essi mille superstizioni ed infiniti errori, dai quali è dovere, all’incontro, di premunirli per tempo. — Mi venne in mente che quell’uomo avea fatto battezzare, otto giorni addietro, una sua figlia; onde lasciai che dicesse e mi serbai nel cuore questa verità: che si debbono trattare i fanciulli come Dio fa con noi. Noi, che mai non siamo tanto felici come allorquando Ei ci lascia scorrere obliosamente i giorni sull’ali di qualche amorosa fantasia!